Elezioni UCEI/Roma – Menorah
“Uniti per il bene comune”
“La domanda è: cosa lasceremo alle nuove generazioni? Che ebraismo lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti? E non parliamo solo in termini di coesione interna, ma anche di sicurezza e rapporti con l’esterno. Per questo all’ebraismo italiano servono persone autorevoli, preparate e pacate”. Nasce da questa considerazione l’impegno della lista “Menorah”, guidata dall’ex assessore alla Cultura della Comunità ebraica romana Livia Ottolenghi. Un impegno che, ci spiega, non potrà prescindere da un lavoro continuativo su più fronti. In qualunque campo o settore ci si muova – afferma Ottolenghi – sarà fondamentale contribuire all’instaurazione di un clima diverso, di grande collaborazione, “all’interno del nostro mondo”.
“Basta con le provocazioni e le sterili contrapposizioni. Le sfide sono importanti, direi esistenziali, serve coesione. Nel rispetto delle differenze, ma anche dei tanti valori che ci accomunano. E soprattutto con in testa un unico obiettivo: il bene comune”.
Valore aggiunto della lista, sostiene Ottolenghi, una grande coesione interna, spirito di squadra, e la presenza di molteplici professionalità e anime della Roma ebraica. Veterani con lunghe esperienze consiliari sia all’interno dell’Unione che in Comunità ma, sottolinea, “anche tanti volti nuovi, con voglia di fare, di emergere e spendersi per la collettività”.
“Vogliamo dare – dice Ottolenghi – e in molti lo hanno già capito: abbiamo avuto quasi novanta presentatori di lista, un record che ci conferma di essere partiti con il piede giusto”.
Tra gli impegni strategici, viene segnalata la necessità di dare spazio ai ragazzi per aiutarli a crescere e a formarsi “così da creare la classe dirigente del futuro”; il rafforzamento della collaborazione tra Unione e Comunità e tra singole realtà locali (“Ogni comunità ha un valore inestimabile da un punto di vista storico, identitario e culturale” rileva Ottolenghi); il supporto ai dipartimenti sociali e di erogazione di servizi agli iscritti. Senza dimenticare un programma culturale “di qualità”, il rafforzamento di un piano fiscale coordinato, un forte incentivo alla raccolta dell’Otto per mille, la tutela degli enti e i luoghi ebraici dislocati sul territorio.
“Occorre anche rilanciare l’autorevolezza dell’ebraismo italiano, formare figure come schohetim, chazanim, moalim; è inaccettabile che oggi vi siano difficoltà per far eseguire una milà o che si debba pagare ogni settimana il viaggio e il soggiorno a uno schohet che giunge appositamente da Israele. E a proposito di Israele, l’Unione che uscirà dalle prossime elezioni dovrà far sentire tutto il suo peso e lavorare di concerto con le istituzioni per contrastare ad ogni livello la diffusione del movimento Bds. Non solo, vogliamo, anzi pretendiamo che sia a livello nazionale che a livello europeo venga esercitato un rigido controllo sui fondi destinati all’Autorità nazionale palestinese, in particolar modo per quando riguarda l’istruzione. La prossima generazione dovrà necessariamente conoscere la pace. La nostra è preparata, la loro no…”.
a.s twitter @asmulevichmoked
Pagine Ebraiche maggio 2016
(6 maggio 2016)