esempio…
A Gerusalemme è morto un Signore. Un ebreo dalla identità consapevole, ma mai urlata e dalle mitzvot consolidate, ma mai usate come armi o come pietre per colpire gli altri. A Gerusalemme è morto un ebreo italiano di un mondo e di una educazione ebraica di una generazione che trova il suo senso più compiuto nelle parole del Salmo 92, 7: “ איש בער ל ידע וכסיל לא יבין את זאת L’ignorante non può sapere e l’uomo stolto non può comprenderlo”. Lì dove ignoranza, stoltezza, leggerezza, futilità mai furono così distanti e così lontane dal Signore che ci ha lasciati e dall’eredità che ci consegna. Una eredità fatta di una signorilità ebraica e non ebraica che molto ha da insegnare alla nostra generazione così pronta all’urlo, così decisa nella contrapposizione volgare, nell’uso della propria identità come arma e delle proprie dita, che battono sulle tastiere, come fucili.
A Gerusalemme è morto un Signore il cui ricordo non sarà solo in benedizione, ma dovrà essere anche un esempio, per un mondo, quello ebraico italiano, che ha ancora molto da imparare da se stesso, dai propri padri e dalla educazione delle proprie case. Addio Pinhas ben Mazal Tov Crema z’’L.
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
(6 maggio 2016)