Qui Parma – Il successo di K.it
A Cibus la casherut è di casa
Certificazione casher come sinonimo di garanzia di qualità. Questo il binomio chiave in cui si rispecchia il marchio di certificazione nazionale K.it, protagonista ieri a Cibus, la grande fiera dedicata all’alimentazione in corso a Parma. A raccontarne il significato, Jacqueline Fellus, assessore alla casherut dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, impegnata da tempo nel portare avanti il progetto. Un’iniziativa che a Cibus ha portato all’apertura quest’anno della nuova sezione speciale dedicata al casher promossa con il ministero per lo Sviluppo economico, dove è disponibile anche un elenco di tutti gli stand delle aziende certificate. E da questa collaborazione, insieme a Federalimentare, è nata inoltre una nuova applicazione, Kosher Italian Guide, grazie alla quale gli utenti potranno rintracciare tutti i prodotti certificati casher già in commercio e ricevere notifiche sulle novità del mercato.
A presentarla a Cibus, attraendo un folto pubblico di addetti ai lavori ma anche produttori interessati ad aprirsi nuovi orizzonti, insieme a Fellus anche Marcella Pedroni, segretaria generale di Fiere di Parma, Elena Toselli del ministero dello Sviluppo, e Sergio Auricchio di Agra Editrice, che ha curato la progettazione della app. “Un faro, che illuminerà i nostri valori e li renderà condivisi da un più largo bacino d’utenza”, nella definizione data dall’assessore alla casherut UCEI.
Valori condivisi con il ministero dello Sviluppo che ha finanziato il progetto, come sottolineato da Toselli. Il progetto, ha spiegato Toselli, è nato circa cinque anni fa, nell’ambito di una politica di promozione della diffusione delle certificazioni agroalimentari presso le aziende italiane come strategia di valorizzazione e internazionalizzazione del Made in Italy. “Sono state già mappate centinaia di aziende ma la banca dati è in espansione”, ha sottolineato Pedroni, osservando come l’applicazione, disponibile anche in lingua inglese, potrà diventare uno strumento utile non solo per gli italiani ma anche per chi venga in Italia dall’estero e non conosca i prodotti. Mantenere il database aggiornato, ha aggiunto Auricchio illustrando le funzionalità della app, è dunque una delle priorità al fine di “garantire che le certificazioni siano ancora tutte valide e fornire un elenco sempre completo”. Un servizio utile non solo per gli ebrei ma anche per i musulmani, con i quali Fellus ha parlato di “sinergia”, testimoniata anche dal fatto che Cibus dedica una sezione speciale al casher accanto al halal, cioè i prodotti che seguono le regole islamiche. Inoltre, ha proseguito l’assessore UCEI, “la certificazione di K.it costituisce una garanzia di controlli su tutta la filiera di produzione su cui possono fare affidamento anche coloro che hanno intolleranze alimentari, nonché chiunque voglia essere sicuro di comprare prodotti rigorosamente Made in Italy”.
Ma la certificazione casher, ha spiegato Fellus, non è un vantaggio solo per gli utenti, bensì anche per i produttori stessi. “A differenza di molti altri settori – le sue parole – il mercato casher è in forte espansione e sviluppo, poiché sempre più spesso i prodotti certificati vengono selezionati in quanto ritenuti di migliore qualità”. Per questa ragione, ha detto Fellus “è importante essere qui a Cibus. Ai produttori è necessario far capire che la certificazione casher apre orizzonti – la sua conclusione – diventando una leva per entrare in tutti quei mercati in cui i controlli sono un valore aggiunto”.
Francesca Matalon @fmatalonmoked
(11 maggio 2016)