Roma – Elezioni amministrative
“Ebrei romani, patrimonio vivo”
Si completa il quadro del confronto stimolato da Pagine Ebraiche con i candidati sindaco di Roma e Milano. A rispondere alle domande del giornale dell’ebraismo italiano anche Alfio Marchini, candidato di Forza Italia nella Capitale, interpellato sugli stessi temi toccati nelle conversazioni con il candidato del Partito Democratico Roberto Giachetti e con la candidata di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
A rispondere a Milano il candidato del centrodestra Stefano Parisi, quello del centrosinistra Giuseppe Sala e il grillino Gianluca Corrado.
Cosa rappresenta la Comunità ebraica per Roma? Quale il suo ruolo?
È un attore protagonista della storia di questa nostra città e, se mi si permette, anche della mia storia personale. Gli ebrei sono presenti a Roma da più di duemila anni e sono stati capaci di mantenere una loro identità, soffrendo pene indicibili, ma illuminando con coraggio e determinazione il buio della storia. Hanno dimostrano e continuano a dimostrare tutta la volontà e le capacità di dare il loro contributo al Rinascimento di Roma che è l’unico obiettivo che mi sono prefisso candidandomi. L’impegno delle istituzioni ebraiche nei settori della cultura, dell’educazione dei giovani, della tutela e cura degli anziani così come dei più deboli non possono che essere d’insegnamento a chiunque si candidi alla guida della Capitale. Il dinamismo, l’attivismo, la disponibilità al dialogo, superando stereotipi e pregiudizi, degli ebrei romani sono patrimonio vivo di questa città. Il mio legame con il mondo ebraico e con Israele, con il Centro Peres per la Pace del quale mi onoro di aver presieduto il board italiano, con lo stesso Shimon Peres che considero un grande padre e una guida è di lunga data. Sempre ravvivato da un mio impegno, mai affievolito nel corso degli anni, per tenere aperte le porte del confronto, del rispetto, del contributo alla crescita pacifica, civile ed etica di una società che dalle diverse componenti deve trarre ricchezza e linfa vitale. Mi sono rimaste impresse le parole finali della presidente Ruth Dureghello (bello che la Comunità abbia eletto una donna al suo vertice!) durante la visita alla sinagoga di papa Francesco, nello scorso gennaio: la fede non genera odio, la fede non sparge sangue, la fede richiama al dialogo. Le considero quante mai preziose e le sottoscrivo.
Come pensa di risolvere la situazione degli urtisti? Prevede un ripristino della loro presenza nell’area del Colosseo e dei Fori o andranno individuate delle soluzioni alternative?
Le mie critiche alle amministrazioni passate si sono appuntate su una semplice constatazione: in una città annichilita da una crisi economica, lunga e dolorosa, nessuno ha mai parlato di lavoro. Il lavoro va rimesso al centro dell’attività politica e amministrativa di chi governerà questa città. Senza lavoro non c’è crescita, non c’è benessere, non c’è cultura, non si forniscono alle giovani generazioni speranze e prospettive nel futuro. Questo per dire che, figuriamoci, se non sono sensibile alla necessità di mantenere, nelle forme migliori, il lavoro che già c’è. Non nascondo nemmeno che in questa città bisogna ristabilire poche regole, buone e uguali per tutti, senza buttare il bambino con l’acqua sporca. Lavoreremo sul tema degli urtisti, che so bene essere legati a una tradizione storica della romanità, per trovare la soluzione migliore, guidati dall’idea che vadano comunque salvaguardati.
Museo della Shoah: cosa vede nel suo futuro? Come intende adoperarsi?
Troppe le promesse tradite da una politica che, da destra a sinistra, si è mossa in maniera a dir poco scomposta su un tema importante, come quello della conservazione e del valore di monito e insegnamento della memoria. Non mi voglio unire a questo coro stonato che, tra rimpalli, luoghi individuati e poi svaniti, tempi mai rispettati, proclami mai seguiti da fatti, ha già dato il peggio di sé. Non prometto, non giuro, ma mi limito a dire che se sarò sindaco si farà. Punto e basta.
Emergenza profughi. Cosa fare? Come intende agire sul territorio romano?
La sofferenza di tante persone, famiglie, bambini che, a fronte di guerre, violenze e distruzioni di ogni tipo, affrontano un viaggio della speranza, lasciandosi dietro macerie fisiche e morali, non può lasciare indifferenti e inattivi. Non si può nemmeno pensare però di innescare nelle nostre periferie, fiaccate dall’abbandono e dal degrado, potenziali conflitti sociali, gravandole con massicci invii di persone. Così non si fa il bene di nessuno e a degrado si unisce degrado. È dimostrato che l’inserimento, selezionando piccoli gruppi in luoghi diversi, è più facile. Credo che anche la conoscenza della lingua così come delle abitudini locali siano propedeutiche a favorire l’accoglienza e il futuro inserimento lavorativo. Con altrettanta chiarezza voglio però dire che si devono rispettare le nostre leggi. Chi viene qui per delinquere non può essere tollerato.
La laicità è un valore? E se sì, come la si difende?
La laicità è per me il valore, soprattutto se si vuole amministrare una città complessa come Roma. Aggiungo che, per ciò che attiene la mia storia familiare e personale, per il mio essere uomo di fede è anche e soprattutto una conquista, a cui non intendo derogare.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(11 maggio 2016)