Qui Torino – Al Salone con Pagine Ebraiche
Tradurre le lingue e linguaggi
Una sfida che passa dal Talmud

26935088866_338de9ec6d_zTradurre è un lavoro, tradurre è un’assunzione di responsabilità, tradurre è una sfida di ricerca. È stato un confronto ricco di prospettive diverse, e solo apparentemente distanti fra loro, quello organizzato dalla redazione di Pagine Ebraiche nella giornata inaugurale del Salone del Libro di Torino. Condotto dalla giornalista Ada Treves, che ha curato anche il dossier Lingue e linguaggi in distribuzione con questo numero di maggio del giornale dell’ebraismo italiano, il colloquio ha visto il confronto fra traduttrici dall’ebraico, dall’yiddish e dal tedesco, come Anna Linda Callow e Ada Vigliani, che hanno maturato un’esperienza prestigiosa sul fronte della grande letteratura europea, americana e israeliana. Di Andrea Bozzi, il massimo esperto italiano di linguistica computazionale, l’uomo che ha condotto la realizzazione del software utilizzato dal gruppo di traduttori dell’edizione italiana del Talmud. Ma anche delle studentesse della Scuola superiore traduttori e Interpreti di Trieste, la più prestigiosa d’Italia, impegnate a svolgere nella redazione di Pagine Ebraiche il loro tirocinio professionale. Assieme ai redattori del giornale dell’ebraismo italiano le studentesse Ilaria Modena, Letizia Anelli, Isabella Favero e Giulia Castelnovo.
Dalla sfida, dal corpo a corpo con il testo, come lo ha definito la letterata italiana Elena Loewenthal nelle considerazioni che appaiono su questo numero del giornale, alle potenzialità di automazione informatica, alle prospettive di lavoro per i giovani che si affacciano con le più forti credenziali nel mondo della traduzione professionale, ne è emerso un quadro estremamente complesso, ma non discordante.
Ma soprattutto sono stati riannodati i fili dei tanti percorsi che riconducono alla cultura ebraica, alla lingua ebraica che sta all’origine di tutti i possibili linguaggi e alle lingue dell’ebraismo, a cominciare dallo yiddish, che proprio in Italia sta vivendo una appassionante nuova stagione di riscoperte.
Proprio l’esperienza della traduzione in italiano del Talmud, fra le mani di un pubblico emozionato e attento il primo volume stampato proprio pochi giorni fa, un’edizione che segna l’inizio di un grande progetto editoriale, ha forse consentito di ricondurre a una matrice comuni i tanti problemi e le tante prospettive del lavoro di esportare cultura e di rendere comprensibile, favorendo il passaggio da una lingua all’altra, il retaggio culturale di cui siamo orgogliosi.

(12 maggio 2016)