I lavori dell’assise dell’ebraismo italiano
Il Consiglio alla sua sessione conclusiva
Un messaggio per le sfide del futuro

Un lungo, caloroso applauso dei Consiglieri dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha accolto la relazione conclusiva del presidente UCEI Renzo Gattegna in occasione dell’ultima riunione di Consiglio della massima assise dell’ebraismo italiano.
Nell’intervento che ha concluso un decennato di impegno alla guida dell’Unione, Gattegna ha preferito evitare la rivendicazione dei tanti traguardi raggiunti per lasciare piuttosto all’ebraismo italiano un bilancio dei grandi temi affrontati nell’ambito della sua lunga esperienza e soprattutto delle sfide che attendono nel futuro le realtà ebraiche italiane.
“Sarebbe – ha affermato fra l’altro il Presidente – un’illusione antistorica, un errore fatale, la perdita di un’occasione unica, e forse irripetibile, se ci sottraessimo all’apertura e al confronto che, si badi bene, sono cose ben diverse, anzi opposte, all’assimilazione; sono infatti prove di fiducia in noi stessi e stimoli al rafforzamento della nostra cultura e della nostra identità per poter essere all’altezza di qualsiasi sfida o confronto e in tal modo sconfiggere, una volta per tutte, quell’insegnamento del disprezzo che non è ancora completamente debellato.
Per noi è opportuno e necessario uscire dai porti, solo apparentemente sicuri, staccarci dagli ormeggi fissi e statici e affrontare coraggiosamente il mare aperto guidati con prudenza e con saggezza dai nostri Maestri; navigare nel mare aperto può sempre comportare rischi e riservare sorprese, ma non esistono alternative se si vuole continuare a partecipare e contribuire, come protagonisti, all’evoluzione della civiltà contemporanea e al tempo stesso riscoprire continuamente la nostra forza interiore”.
“Estremismo e demagogia – ha aggiunto Gattegna – sono figli della paura e si nutrono di banali, arbitrarie e volgari semplificazioni, alterano le relazioni umane, inducono al pregiudizio e all’odio nei confronti del diverso, stimolano alla continua e perenne ricerca di nemici veri o immaginari, alla diffidenza verso gli amici, all’alterata visione di una realtà sempre e solo bianca o nera, senza sfumature.
L’estremismo del linguaggio, l’uso sconsiderato di provocazioni verbali, non toccano solo aspetti di pura forma perché producono effetti traumatici e danni reali e concreti, sviluppano la tendenza a demonizzare non solo gli avversari, ma spesso anche gli amici se chiedono uno spazio per il dialogo o una maggiore apertura.
Se un simile degrado si presentasse fra noi dovrebbe essere duramente contrastato ricordandoci che, secondo le Legge ebraica, nessuno ha il diritto di affermare di essere un’autorità suprema depositaria della verità e che nessuno è titolare del potere assoluto e indiscutibile di accogliere o di escludere chiunque”.
Alla relazione del Presidente ha fatto seguito un’ampia analisi del lavoro svolto da parte degli assessori competenti e dei direttori di area della struttura dell’Unione.
I lavori nella mattinata sono poi proseguiti con la presentazione da parte del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni del progetto di traduzione del Talmud in italiano e con l’approvazione del riparto dei Progetti otto per mille a favore degli enti richiedenti per il 2016.
I lavori nella sezione pomeridiana vedono all’Ordine del giorno sia l’analisi della proposta di modifica statutaria che regolano fra l’altro i rapporti fra rabbinato e Comunità sia l’analisi dell’istanza di supporto straordinario avanzata dalla Comunità ebraica di Roma a causa della situazione di bilancio.

(15 maggio 2016)