La giurisprudenza sulle adozioni e il dibattito sulla stepchild
Ampio spazio sui quotidiani di oggi al dibattito sull’applicazione della legge Cirinnà e le adozioni. Le prime pagine di Corriere e Repubblica riportano le parole del ministro Ncd Enrico Costa: “in tema di step-child adoption (istituto giuridico che consente di adottare il figlio del convivente) fino ad oggi la giurisprudenza ha dato delle interpretazioni colmando un vuoto normativo”. Ora, afferma il ministro, quel vuoto non c’è più, “c’è una norma chiara che esclude la step-child”, per cui i giudici non possono “farla rientrare dalla finestra” con “sentenze creative”. “L’affondo del ministro Ncd – scrive il Corriere – è rivolto a quei presidenti di tribunale che nelle ultime settimane hanno di fatto concesso l’adozione al partner dello stesso sesso del genitore naturale”. A rispondere a Costa, la prima firmataria della legge sulle Unioni civili, Monica Cirinnà: “Non c’è alcuna giurisprudenza creativa, c’è la giurisprudenza che ritiene punto di partenza la tutela del minore. Così, davanti alla scelta del legislatore di non decidere, si continua ad applicare la norma esistente che è la legge sulle adozioni”. Intanto, i neofascisti di Forza Nuova hanno contestato Cirinnà durante un convegno a Gaeta e a Roma hanno attaccato un circolo gay. Ieri invece, sempre nella Capitale, raid dei centri sociali a un banchetto di CasaPound.
Il Museo della Shoah di Roma. Sul domenicale del Sole 24 Ore, Salvatore Settis riflette sul ruolo del Museo della Shoah della Capitale, progettato dall’architetto Luca Zevi e che sorgerà a Villa Torlonia. Settis prende spunto da un recente incontro organizzato dall’UCEI assieme al Ministero dei Beni culturali su Memoria e musei, per analizzare questo binomio, soffermandosi in particolare sul progetto di Villa Torlonia. Quest’ultimo, scrive l’archeologo e storico dell’arte, “dev’essere proiezione della città, distillazione e vetrina della sedimentazione storica e della memoria collettiva” e “va anche integrato con il Museo dell’Ebraismo di Ferrara, e con una rete di presenze ebraiche anche piccole”.
Israele e il dialogo con i sauditi. Stessi nemici, ovvero Iran e Isis. Stessi contrasti con gli Stati Uniti per la gestione del Medio Oriente. E una possibile convergenza sulla questione palestinese. Sono questi i tre motivi per cui, scrive il direttore de La Stampa Maurizio Molinari, Israele e Arabia Saudita si stanno avvicinando. Un dialogo che potrebbe aprire nuove prospettive sul fronte mediorientale. E intanto, il nemico comune Iran organizza nuovamente la vergognosa gara di vignette antisemite sulla Shoah a Teheran (Libero).
Torino, ebraismo e Israele al Salone. Tanti gli appuntamenti legati al mondo ebraico per questa domenica torinese all’insegna dei Libri: alle 14 sarà presentato il progetto di traduzione in italiano del Talmud. Dalle 11 invece, come riportano La Stampa e Repubblica, in piazzetta Primo Levi, davanti alla sinagoga, l’iniziativa “Il banco dei libri liberi”. La scrittrice israeliana Dorit Rabinyan, protagonista oggi di un’intervista su Libero in cui critica aspramente il governo di Gerusalemme che aveva posto un veto sul suo libro (il suo era diventato un vero caso letterario), parlerà alle 17.30 al Salone. Poco prima (alle 17) sarà Ugo Volli a presentare il suo libro Israele: diario di un assedio. A dialogare con l’autore Fiamma Nirenstein, Maurizio Molinari, Claudia De Benedetti e Valentina Colombo, (Repubblica Torino).
Il teologo e gli animali. Corriere e Repubblica danno spazio al teologo ed ebraista Paolo De Benedetti sulle parole di Bergoglio, “la pietà non è pietismo né compassione verso cani e gatti”. Secondo De Benedetti, intervistato da Gian Guido Vecchi, non si tratta di scegliere tra uomini e animali, ma “Si tratta di vedere, nel rapporto tra uomini e animali, una scelta che risale a Dio. Non si può annullare uno dei due. Sempre Dio desidera”.
Chi era Giulio De Benedetti. La Stampa ricorda uno dei suoi storici direttori: Giulio De Benedetti, giornalista che “a Mosca intervistò Lev Trockij e Nicholaj Bucharin, a Monaco di Baviera il giovane capo di un piccolo partito nazionalista, Adolf Hitler, che si vantò con lui di poter riconoscere un ebreo a un chilometro di distanza e non si accorse dell’ebreo che aveva di fronte. Vittorio Valletta e Giovanni Agnelli lo nominarono direttore nel 1948, dandogli un ampio mandato. Lui se lo prese tutto. I suoi pregi professionali erano pari solo ai difetti personali. Era cinico e spietato, aveva una scarsissima stima degli esseri umani, e dei giornalisti in particolare. Per lui contava solo il giornale, non chi lo scriveva”.
Le sfide per Milano e la lotta all’intolleranza. Sul Giornale Milano intervista a Yoram Ortona, membro della Comunità ebraica milanese e candidato nella lista di Stefano Parisi. Tra i temi toccati, l’antisemitismo: Ortona spiega che vi è un ritorno preoccupante del fenomeno in Europa “anche se in Italia fortunatamente l’allarme è più limitato che in Francia, Belgio e Paesi del Nord Europa”.
Libri. Su Repubblica la recensione del libro Lo sposo importato di Abraham Cahan, che nel “1897 dette vita al Jewish Daily Forward (Forwert), il giornale interamente in yiddish, punto di riferimento di tanti ebrei immigrati”. “E Primo non prese il fucile” il titolo del testo di Sergio Luzzatto che appare oggi sul domenicale del Sole 24 Ore dedicato a Primo Levi e al tema del coraggio.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked