I lavori dell’assise dell’ebraismo italiano
Rabbini, solidarietà, uno sguardo al futuro
Il Consiglio UCEI indica la strada

Schermata 2016-05-16 alle 15.00.14Approvazione in prima lettura della modifica degli articoli 29 e 30 dello Statuto, dedicati alla riformulazione del rapporto tra rabbinato e Comunità, da sottoporre ancora a una revisione degli esperti di Diritto del lavoro e a una ratifica del prossimo Consiglio.
Erogazione di uno stanziamento di 300 mila euro destinato ad aiutare la Comunità ebraica romana per far fronte alle difficoltà finanziarie attraversate dall’ente a seguito della recente crisi dell’Ospedale israelitico.
Si sono conclusi con queste decisioni, domenica in serata, i lavori del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane riunitosi per l’ultima seduta dell’attuale mandato.
Riguardo alla crisi finanziaria a Roma, la presidente della Comunità ebraica della Capitale Ruth Dureghello ha portato al Consiglio la richiesta di un finanziamento straordinario di 600 mila euro per fare fronte alle minori entrate generate dalla situazione dell’ente sanitario controllato. Valutando i diversi fattori, il Consiglio dell’Unione ha deciso a larga maggioranza di stanziare la metà di questo importo demandando alla Giunta i tempi e modi per definire le modalità operative dell’intervento.
Ad aprire la riunione una relazione del Presidente UCEI Renzo Gattegna, per 10 anni ai vertici dell’ebraismo italiano, intervenuto sulle sfide che attendono l’Unione e tutte e 21 le Comunità territoriali. Molti gli applausi in una standing ovation che ha accolto le sue parole.
“Sarebbe un’illusione antistorica, un errore fatale, la perdita di un’occasione unica, e forse irripetibile – ha affermato Gattegna – se ci sottraessimo all’apertura e al confronto che, si badi bene, sono cose ben diverse, anzi opposte, all’assimilazione; sono infatti prove di fiducia in noi stessi e stimoli al rafforzamento della nostra cultura e della nostra identità per poter essere all’altezza di qualsiasi sfida o confronto e in tal modo sconfiggere, una volta per tutte, quell’insegnamento del disprezzo che non è ancora completamente debellato. Per noi è opportuno e necessario uscire dai porti, solo apparentemente sicuri, staccarci dagli ormeggi fissi e statici e affrontare coraggiosamente il mare aperto guidati con prudenza e con saggezza dai nostri Maestri; navigare nel mare aperto può sempre comportare rischi e riservare sorprese, ma non esistono alternative se si vuole continuare a partecipare e contribuire, come protagonisti, all’evoluzione della civiltà contemporanea e al tempo stesso riscoprire continuamente la nostra forza interiore”.
“Estremismo e demagogia – aveva aggiunto il Presidente dell’Unione – sono figli della paura e si nutrono di banali, arbitrarie e volgari semplificazioni, alterano le relazioni umane, inducono al pregiudizio e all’odio nei confronti del diverso, stimolano alla continua e perenne ricerca di nemici veri o immaginari, alla diffidenza verso gli amici, all’alterata visione di una realtà sempre e solo bianca o nera, senza sfumature”.

(16 maggio 2016)