Venezia, una firma per la cultura
 Firmato ieri nella Sala Montefiore della Comunità ebraica di Venezia da parte del presidente della Regione Luca Zaia e del presidente della Comunità ebraica Paolo Gnignati un protocollo d’intesa in occasione delle celebrazioni per il cinquecentenario del Ghetto.
Firmato ieri nella Sala Montefiore della Comunità ebraica di Venezia da parte del presidente della Regione Luca Zaia e del presidente della Comunità ebraica Paolo Gnignati un protocollo d’intesa in occasione delle celebrazioni per il cinquecentenario del Ghetto.
Con la sottoscrizione Regione e Comunità ebraica prevedono forme di collaborazione sia in ambito culturale per manifestazioni che qualificano e promuovono il territorio; sia in ambito di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico con particolare attenzione al Centro Comunitario del Ghetto Ebraico, quale veicolo di diffusione e contenitore delle attività culturali.
In quest’ottica sono stati stanziati 170mila euro per le attività culturali e 300mila euro per la valorizzazione e restauro del Centro Comunitario, ritenuto luogo strategico anche in previsione del suo utilizzo futuro per eventi culturali di interesse pubblico e momenti di aggregazione a beneficio della Comunità ebraica.
“Quarant’anni fa gli ultimi lavori di restauro, un ulteriore rinnovo era necessario – ha spiegato Enrico Levis, Consigliere della Comunità Ebraica con delega alla cultura – speriamo che la sala Montefiore rinnovata possa già essere utilizzata a fine novembre per la consueta giornata di studi, quest’anno dedicata al tema ‘Ghetto e Ghetti’ in occasione dei 500 anni del Ghetto di Venezia”.
Il protocollo, di durata biennale, parte dall’assunto che, rientrando tra le principali finalità istituzionali della Regione la promozione del territorio e della cultura e patrimonio storico e tradizionale del Veneto e di Venezia, la ricorrenza dei 500 anni del Ghetto costituisce un’occasione per approfondire la conoscenza di questo quartiere veneziano che riveste importanza formidabile per la storia di tutto il Veneto.
“La Comunità – ha affermato il presidente Gnignati – ha un significato particolare per Venezia e per il Veneto e non solo per i suoi iscritti. Molte manifestazioni che vengono da essa promosse, dalla Giornata Europea della Cultura Ebraica alle Giornate di Studio, rappresentano un’attività culturale propulsiva verso la città. Questo protocollo va a nutrire allo stesso tempo le pietre e la cultura e non posso che ringraziare il presidente Zaia per la possibilità di coltivare questo percorso insieme”.
Il Ghetto, toponimo veneziano divenuto poi universale, come luogo prima di segregazione e successivamente divenuto anche luogo di aggregazione e di scambio, fucina di cultura e crescita sociale, tesoro di storia e conoscenza.
Quando parliamo della Comunità ebraica di Venezia – ha spiegato il presidente Zaia – parliamo dei veneti e del Veneto. Il Ghetto è stato luogo di segregazione, ma anche luogo fiorente per quanto concerne la stampa in lingua ebraica, produzione editoriale con diffusione in tutta Europa. I veneziani erano quasi maniacali nel dividere le diverse Comunità, ma concedevano la libertà di professare la propria religione. Vogliamo che i 500 anni del Ghetto siano l’occasione per recuperare la storia della presenza ebraica a Venezia, ma non è una mera operazione identitaria. Il nostro auspicio è che si consolidi una coscienza civile contro le forme di negazionismo ancora presenti nella nostra società.
Michael Calimani
(18 maggio 2016)