A èStoria con Pagine Ebraiche
Il messaggio di Mattarella
“La storia costituisce la base della conoscenza delle vicende umane e delle loro evoluzioni: da una riflessione sulla storia possiamo capire i fenomeni di oggi, siano essi sociali, politici, economici, giuridici e finanche scientifici. È di questi fenomeni che si discute in questi giorni a Gorizia, in questa terra piena di memoria”.
Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato ad Adriano Ossola, coordinatore di èStoria, il grande festival internazionale dedicato alla storia che vede la redazione di Pagine Ebraiche protagonista di molti appuntamenti. Tra cui, domani alle 9, l’incontro “1516-2016: dal Ghetto di Venezia all’acquisizione della libertà religiosa” con la storica dell’architettura Donatella Calabi e gli storici dell’ebraismo Anna Foa e Simon Levis Sullam a confronto con il direttore della redazione UCEI Guido Vitale. E domenica, alle 9.30, un confronto dedicato alla nuova schiavitù della dipendenza tecnologica e della demenza digitale con gli storici e sociologi Ubaldo Fadini, Giuseppe Longo e Nicola Strizzolo.
“Studiare la storia, ricercarne le fonti, dibattere intorno alle interpretazioni – scrive Mattarella – non significa necessariamente discutere del passato, quanto piuttosto elaborare chiavi di lettura utili per affrontare con consapevolezza ciò che può accadere in futuro”. In una realtà in perenne divenire, dove i mutamenti sono rapidi e le grandi trasformazioni si susseguono quasi vorticosamente, la storia rappresenta quindi “ancor più che in passato, un pilastro della conoscenza”. Perché una società senza memoria “è meno preparata ad affrontare il presente”.
“Sulla storia l’Europa ha posto le basi – riflette ancora il capo dello Stato – scegliendo di unire diverse nazionalità in un progetto comune, improntato alla pace e alla convivenza civile dei propri cittadini. Senza acuta percezione e consapevolezza del proprio retaggio storico, questo progetto non sarebbe potuto mai nascere, ed è a quelle radici che occorre guardare per trovare la spinta al rinnovamento che ci chiede l’Europa oggi”.
(19 maggio 2016)