Bruxelles – “Solidarietà la nostra salvezza”
“Oggi l’Europa, sempre più divisa ed egoista, è incapace di dare risposta alle crisi politiche e sociali che lacerano l’Africa e il Medio Oriente. Si dimostra indifferente allo sterminio del popolo siriano, schiacciato in una morsa tra l’Isis e il dittatore Assad. Non è capace di diventare un punto di riferimento morale per chi nel mondo arabo si ribella al fondamentalismo islamico e alle dittature. Sembra paradossale, ma se ieri i nazionalismi in Europa vedevano negli ebrei i nemici dell’umanità, oggi i nuovi nazionalismi vedono, invece, negli uomini più sofferenti del pianeta, in fuga dalla siccità e da regimi criminali, i nuovi nemici da cui difenderci”.
A lanciare l’allarme ieri a Bruxelles il presidente di Gariwo Gabriele Nissim, che ha aperto i lavori del convegno “I Giusti del nostro tempo contro i fanatismi, per il dialogo e l’accoglienza” organizzato nella sede del Parlamento Europeo in collaborazione con il gruppo Socialisti & Democratici (S&D) e l’Anti Racism and Diversity Intergroup.
Inquadrata nelle iniziative per la Giornata europea dei Giusti, la conferenza ha avuto tra i suoi partecipanti il vicepresidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach, che ha illustrato l’impegno dell’istituzione nel quadro dell’emergenza profughi, oltre al vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella, agli eurodeputati Brando Benifei e Cecile Kyenge, a Milena Santerini del Consiglio d’Europa, al presidente della Ligue des droits de l’homme Francoise Dumont e ad Alexandre Beddock della Citizen’s platform for Refugee Support di Bruxelles.
Possiamo sconfiggere la paura e lavorare per una strada nuova? Le esperienze degli uomini Giusti, a detta di Nissim, “possono riaccendere la speranza e mostrarci che la solidarietà può rappresentare la salvezza dell’Europa”.
Ad essere letto anche un messaggio del ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, che ha sottolineato come i consistenti flussi migratori ci pongano oggi faccia a faccia “con una delle più importanti sfide dell’Europa contemporanea”. Una sfida decisiva non solo per la sopravvivenza di chi ci chiede soccorso, la sua riflessione, “ma anche per le sorti dell’Unione e per il futuro di quella che è stata la migliore tradizione socialdemocratica”.
(26 maggio 2016)