Informazione – Formazione giornalisti, a Milano
ebrei e islamici assieme al lavoro

Ebrei e islamici assieme per la formazione e l’aggiornamento dei giornalisti italiani, affrontando temi scottanti come il corretto inquadramento e la corretta lettura delle diverse identità dell’Italia plurale, l’etica medica, la strategia della comunicazione.
In una giornata ricchissima nei contenuti e nei diversi spunti a disposizione, che si è svolta a Milano nella prestigiosa Sala del Grechetto di Palazzo Sormani, un primo centinaio di giornalisti italiani ha intrapreso un processo di conoscenza e di maturazione capace di migliorare la qualità e la credibilità delle testate per cui lavorano.
Il seminario “Mondo islamico ed ebraico a confronto: etica, bioetica, terminologia” organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia, introdotto dal Consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti Stefano Jesurum, ha visto la partecipazione di IlhamAllah Chiara Ferrero e Abd as Sabur Turrini, rispettivamente esperta di bioetica e direttore generale della Comunità religiosa islamica (Coreis) per parte islamica, del responsabile dell’area cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca e del medico e Consigliere UCEI Giorgio Mortara. Assieme a loro, per offrire un quadro delle strategie di comunicazione attuate dalle istituzioni dell’ebraismo italiano, il direttore dell’area Comunicazione e della redazione giornalistica dell’Unione, Guido Vitale.

redazione
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Molti giornalisti hanno così avuto accesso per la prima volta alle complesse problematiche di natura etica e culturale che dovrebbero tuttavia costituire un bagaglio di base irrinunciabile per tutti gli operatori dell’informazione, chiamati a operare in una società italiana dove alle culture di minoranza storicamente radicate si affiancano nuove realtà sociali e religiose da integrare e da valorizzare.
Grande interesse ha suscitato fra l’altro la carrellata offerta per parte ebraica dal rav Della Rocca (ebraismo, religione, popolo, identità indissolubilmente congiunta alla Terra di Israele, missione degli ebrei nel mondo) e dal dottor Mortara (che ha mostrato come l’etica ebraica arricchisca e completi un quadro sempre più complesso di cognizioni di etica medica irrinunciabili in una società evoluta).
“La sfida – ha detto Vitale – che i giornalisti devono raccogliere, tanto nella società in generale quando nel mondo interno alle culture di minoranza, è di volgere in positivo le differenze, di farne un patrimonio di crescita, di ricchezza, di sicurezza e di non lasciarle degenerare in un groviglio di problemi ingovernabili”.
Gli interventi hanno toccato i temi più diversi, dalla corretta definizione identitaria di culture come l’Ebraismo e l’Islam, che non si lasciano circoscrivere al semplice concetto di religione, alle problematiche dell’assistenza e del testamento biologico, fino a toccare le strategie della comunicazione e un utilizzo intelligente delle risorse. Analizzando gli investimenti che hanno generato un progetto di comunicazione come quello attuato dall’Unione, è stato fra l’altro mostrato, dati di bilancio alla mano, come sia stato possibile risparmiare, ma soprattutto incrementare in maniera significativa la raccolta di risorse necessarie alla sopravvivenza di una cultura di minoranza, arricchire di informazione e di scambi il mondo interno come anche le grandi componenti della società italiana sensibili a questi temi, costruire professionalità e lavoro per le nuove generazioni.

(25 maggio 2016)