Milano – Al via il festival Jewish in the City
Una Comunità a porte aperte

13315755_1138665569504808_8345582187277932654_n Al via questa mattina a Milano il festival di cultura ebraica Jewish in the City, dedicato quest’anno alle celebrazioni dei 150 anni della Comunità ebraica di Milano. “Insieme, allo stesso tavolo” il titolo dell’evento di apertura, un momento di convivialità svoltosi alla Rotonda della Besana, che testimonia fin da subito la vocazione della rassegna e della Comunità ebraica stessa alla condivisione e all’apertura nei confronti della città. Dopo il successo delle prime due edizioni, Jewish in the City #150 – con la direzione scientifica, culturale e organizzativa affidata a rav Roberto Della Rocca con Cristiana Colli, mentre la responsabilità del progetto è di Gadi Schoenheit – propone dunque tre giorni di incontri culturali in vari luoghi del capoluogo lombardo, allo scopo di far conoscere al pubblico il mondo ebraico, le sue tradizioni, la sua cultura e lo stretto legame con la città. Ad accogliere il pubblico sotto i porticati della Rotonda, introdotti dal presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Ferruccio De Bortoli, il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, il rabbino capo della città rav Alfonso Arbib, i presidenti della Comunità ebraica milanese Raffaele Besso e Milo Hasbani, e il vice sindaco Francesca Balzani.
Raccontare i primi 150 della Comunità ebraica di Milano significa automaticamente parlare di integrazione e di condivisione, poiché ne è essa stessa un esempio, come ha sottolineato Besso, “sia per quanto avvenuto al suo interno, composto da più gruppi etnici che hanno sperimentato in prima persona il valore dell’accoglienza, sia all’esterno per il costante dialogo con la realtà urbana e le altre religioni”. In questo senso, ha proseguito Hasbani, “la Comunità è per molti versi internazionale, e Jewish in the City rende conto attraverso il tuo programma della sua capacità di integrarsi con il tessuto cittadino e di mantenersi sempre attaccata alle sue radici”. Concorda Balzani, che ha affermato come la manifestazione costituisca “un’occasione per riscoprire il significato più profondo dell’essere cittadini del mondo”.
Importante per Jarach la volontà della Comunità di aprire le sue porte in vari momenti, oltre che durante la Giornata europea della Cultura ebraica, “per aumentare le occasioni di incontro e contribuire a creare una società migliore”. Una missione fondamentale per l’ebraismo, come ha sottolineato Arbib, il quale ha citato una massima dei Maestri dei Pirkè Avot secondo cui “è saggio chi impara da chiunque”. “Tutti imparano dagli altri e tutti insegnano agli altri, e quando si smette di imparare si smette di vivere. E questo – le sue parole – è l’elemento centrale del rapporto tra gli ebrei e il luogo in cui vivono”. Una lezione particolarmente rilevante nel momento attuale, la considerazione di De Bortoli, poiché “costruire ponti e dialogo con tutti è fondamentale in un’Europa con troppi muri”.

f.m. twitter @fmatalonmoked

(29 maggio 2016)