Educazione, chiave per il futuro
Roma, Milano, Torino e Trieste. I dirigenti, i rabbini e i responsabili della formazione delle scuole ebraiche italiane protagonisti oggi di un intenso confronto organizzato dalla Commissione dell’UCEI Scuola, Educazione e Giovani coordinata da Daniela Pavoncello. Al centro dell’incontro, come illustrato dalla stessa Pavoncello, la definizione degli standard curriculari e la proposta di sperimentazione di un curriculum verticale che favorisca la continuità e la qualità dell’offerta. “Problemi e prospettive dell’educazione ebraica in Italia oggi” il titolo dell’intervento del rav Roberto Della Rocca, che ha posto l’accento sull’importanza di una sempre maggiore consapevolezza “di quello che è il nostro patrimonio” così da poter affrontare “ciò che ci aspetta”. In apertura anche i saluti del Consigliere UCEI Guido Osimo, che ha invitato i partecipanti a elaborare ciascuno le propria esperienza e a confrontarla con quella degli altri.
Come è stato ricordato, tra gli obiettivi del Progetto Curriculo, voluto e portato avanti dalla Commissione Scuola, Educazione e Giovani dell’UCEI grazie anche ai fondi dell’Otto per Mille, vi è la formazione di un curriculum a livello nazionale che sia comune per le scuole ebraiche ma in grado di rispondere anche alle singole realtà delle scuole stesse che presentano strutture, demografia e aspetti non omogenei fra loro; la stesura di un curricolo a più livelli, partendo dalla costruzione di un’identità ebraica “di base” per poi offrire livelli superiori di studio, con una impostazione che permetta a tutte e quattro le scuole di far proprio il curricolo proposto; la produzione di un documento che potrà essere declinato e ripreso dalle scuole a seconda delle singole realtà; la costituzione di un curricolo secondo i criteri fondanti dell’ebraismo.
Obiettivi resi possibili dalla passione e dalla dedizione di tutti coloro che nei mesi passati hanno investito tempo e passione nel lavoro con l’educatore e filosofo francese Shmuel Wygoda, oggi collegato in teleconferenza. L’incontro odierno, pensato per riflettere insieme sui risultati di un lavoro che ha portato tutti a ragionare sull’importanza dell’educazione ebraica e sulle sue implicazioni dal punto di vista pedagogico, ha portato a valutare le esperienze maturate e a un confronto franco e aperto sui risultati raggiunti, volto sia a condividere i rispettivi punti di forza e le criticità che a verificare le prospettive di sviluppo ed eventuale coinvolgimento delle singole comunità.
Shmuel Wygoda ha commentato che “da un punto di vista puramente contenutistico, l’obiettivo finale di qualsiasi curricolo e di questo in particolare, è quello di preparare gli studenti ad affrontare le sfide che probabilmente incontreranno da adulti”. “Nel nostro contesto – ha poi aggiunto – l’obiettivo è chiaramente quello di consentire di rafforzare la loro identità ebraica, ampliare la loro conoscenza dei testi di base , comuni a qualsivoglia definizione di cultura ebraica, e soprattutto approfondire il loro apprezzamento per quei testi con il desiderio di continuare a studiarli nella loro vita futura da adulti e genitori. Inutile sottolineare che maggiore e più significativa è la loro esposizione approfondita ai testi tradizionali, maggiore è la probabilità della loro capacità futura di garantire e diventare pilastri di una fiorente e vivace comunità ebraica in Italia”.
Ad animare il confronto odierno anche i rabbini rav Alfonso Arbib, rav Roberto Colombo e rav Eliezer Shai Di Martino oltre a Odelia Liberanome, Sabrina Coen, Claudia Bagnarelli, Alisa Luzzatto, Moria Maknouz, Ghitti Bekhor, Sonia Brunetti, Ruth Mussi, Naamà Calderon, Claudia Reichenbach, Milena Pavoncello, Gaia Piperno e Grazia Gualano.
(1 giugno 2016)