Tel Aviv, la via 2.0 per diventare smart

Pag 16 Taglio Alto - Tel Aviv Smart City 1Nei primi mesi del 2013 la municipalità di Tel Aviv è stata investita da un’ondata di indignazione social dei suoi cittadini. Come racconta Jess Fox, urbanista e giornalista di stanza a Jaffa, a scatenare le proteste il caso di una donna che si è vista portare via la macchina ingiustamente dalla polizia. Hila Ben Baruch, il nome della donna, aveva posteggiato la sua auto in un normale parcheggio fuori dal condominio dove abita, nel centro di Tel Aviv. Tutto perfettamente a norma. Dopo un paio d’ore Ben Baruch tornerà a riprendere la macchina per scoprire che era sparita, portata via dalla polizia. Al suo posto, un parcheggio per disabili dipinto di fresco. Una situazione kafkiana che ha portato la malcapitata prima a sentirsi trattare male da un operatore della municipale – che le ha detto che doveva pagare la multa, peraltro molto salata – poi a vestire i panni dell’investigatore. Per dimostrare l’accaduto, infatti, Ben Baruch è riuscita a recuperare il video di una telecamera di sorveglianza posizionata nei pressi della sua auto. Dalle immagini si vede chiaramente come prima arrivino gli operatori municipali a dipingere il parcheggio per disabili attorno alla macchina della Ben Baruch, poi in un secondo momento è arrivato il camion rimorchio a portare via il veicolo per la “sopravvenuta” infrazione. Il video, con annesse righe di protesta, è stato postato su Facebook dalla donna ed è diventato subito virale. L’indignazione montante ha portato il municipio a chiedere pubblicamente scusa alla Ben Baruch, spiegando che vi era stata una mancanza di coordinamento dei servizi e promettendo di cambiare le procedure. Proprio nello stesso periodo l’amministrazione di Tel Aviv aveva lanciato un’iniziativa per permettere ai cittadini di avere moltissimi servizi a disposizione a portata di mano, ovvero il progetto DigiTel: un progetto destinato a cambiare il modo in cui i cittadini interagiscono con i servizi comunali. “L’idea era quella di mettere tutti i servizi forniti dal Comune in un unico luogo, piuttosto che costringere i residenti a che fare i conti con i vari dipartimenti” spiegava Zohar Sharon, a capo del knowledge office di Tel Aviv. L’idea alla base di DigiTel è la creazione di un nuovo tipo di one-stop shop (un solo “negozio” in cui trovare tutto ciò che occorre per le proprie necessità di cittadino), in cui si integrano amministrazione digitale e il mondo delle applicazioni e dei social media. “Tel Aviv ha optato per un approccio molto diverso al concetto di pianificazione classico di “Smart City”. – Hila Oren, CEO of Tel Aviv Global – Per noi, le persone che vivono e lavorano nella nostra città non sono un problema da risolvere, ma la nostra più grande risorsa. La nostra Smart City lavora sul presupposto che sono i cittadini il centro di tutto ciò che facciamo, e di conseguenza, abbiamo lanciato iniziative che non solo mettono prima le loro esigenze, ma anche che li rendano partecipi nel rendere Tel Aviv più vivibile, dando un contributo attivo”. Il progetto di DigiTel è stato uno dei fiori all’occhiello che ha permesso alla capitale israeliana delle start-up di ottenere il titolo di “Miglior Smart City” al convegno Smart City Expo a Barcellona del 2014, nel corso del quale i funzionari della città hanno sottolineato il potenziale dell’iniziativa come strumento di partecipazione dei cittadini e l’impegno nella politica urbana. Una critica che suona come un invito a migliorare DigiTel arriva da Noah Efron, ex assessore e docente universitario, che al progetto ha anche collaborato. “Considerate tutte le cose che il progetto non fa – sottolineava Efront – Non permette ai cittadini di unirsi. Non facilita, per esempio, le petizioni. E non mette a disposizione tutte le decisioni che la città sta prendendo, lasciando spazio alla gente a partecipare. Non consente alle persone di influenzare la politica. Invece dà più che altro sconti su eventi e beni di consumo, e condivide informazioni sullo ‘stile di vita’”. “Non c’è niente di sbagliato in questo – continua Efron – ma riflette una visione aziendale più che civica”. Lo stesso Sharon ammette che ci sono ampi spazi di miglioramento e che l’idea di DigiTel è proprio la condivisione per portare a migliorare Tel Aviv.

Pagine Ebraiche, Dossier Mercati e Valori, Giugno 2016