Elezioni UCEI – Roma, la parola ai candidati

elezEntra nel vivo la competizione per il prossimo Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che sarà eletto in occasione del voto convocato per domenica 19 giugno.
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Quattro le formazioni in lizza a Roma, dove saranno eletti 20 dei 52 Consiglieri del nuovo esecutivo. In ordine di presentazione di lista Menorah, Benè Binah, Kol Israel e Israele siamo noi.

“Rinnoviamo un clima di fiducia”

Schermata 2016-06-08 alle 09.14.47“Bisogna partecipare e considerare l’Unione come propria, più vicina. Anche perché oggi partiamo inevitabilmente da due sfide da cui dipenderà la sopravvivenza dell’ebraismo italiano: quella demografica e quella, purtroppo, della sicurezza. E non solo: bisogna rispondere a chi ha sempre disconosciuto l’Unione e vorrebbe magari imporre un modello di governo non collaborativo”. Così Livia Ottolenghi, ex assessore alla Cultura della Comunità ebraica romana e capolista di Menorah.
“Giovane, preparata, motivata” i tre aggettivi scelti per definire la formazione. “La composizione della lista parla da sé: sette under 40, sette veterani, undici debuttanti alle elezioni in Comunità, la più giovane e il meno giovane tra tutti i candidati. Rappresentanti di tutte le professioni e i mestieri, studenti. Esperienza e nuove idee. Una squadra di persone diverse – dice Ottolenghi – con un unico intento”.
“Dinamica, autorevole, comunicativa” i tre aggettivi per l’Unione del futuro. “Vorremmo – dice la capolista – che la nuova UCEI fosse dinamica, veloce nelle risposte, che ci continuasse a rappresentare con voce chiara e autorevole. Una Unione vicina alle Comunità e a Israele. Vorremmo un rinnovato clima di fiducia, che tutte le comunità conoscessero a fondo le potenzialità del contributo che Roma può dare. Vorremmo che l’Unione fosse luogo per nuove occasioni di crescita per tutto l’ebraismo italiano, occasioni di lavoro nelle Comunità, occasioni di avvicinare gli ebrei che vivono in posti diversi. Competenze e network, nuove tecnologie e antichi legami”.
Partendo dal presupposto che “il nostro punto di riferimento è naturalmente l’ebraismo ortodosso” Ottolenghi conclude: “Ci sono diverse tradizioni nelle nostre comunità, tutte importanti, tutte da valorizzare e preservare. Nessuno si deve sentire escluso, anche chi si è allontanato. Mettiamo al centro del nostro impegno lo spirito di servizio per le nostre istituzioni e i valori di solidarietà e sostegno reciproci”.

“Seminiamo insieme per il futuro”

Schermata 2016-06-08 alle 09.14.53“Votare è un meraviglioso strumento democratico, è un diritto ma anche un dovere di tutti coloro che desiderano esprimere la loro rappresentanza all’Unione e contribuire allo sviluppo e al riconoscimento del nostro popolo. Andare a votare perché l’istituzione e la politica (anche in ambito ebraico) è ‘noi’, non un luogo ‘loro’ o del ‘voi’”. È l’invito alla partecipazione della capolista di Benè Binah, l’attuale assessore al Bilancio e Otto per Mille UCEI Noemi Di Segni.
“A cominciare dai 18 anni – afferma – votare è segno di partecipazione a uno dei tanti rami del grande albero che è l’ebraismo intero. L’albero non a caso da noi scelto come simbolo di lista. Radici che ci tengono saldamente uniti e una grande chioma che infonde nuova linfa e rinnovamento”.
Caratteristiche peculiari di Benè Binah per Di Segni sono l’inclusività, la propositività e la concretezza. “Seminare per il futuro”: un concetto che, come è stato spiegato, racchiude quello di lavorare oggi per vivere in Comunità “accoglienti e sostenibili per il loro futuro, ciascuna con il suo patrimonio di tradizioni e cultura” e per un ente di raccordo e supporto che svolga la sua funzione di “indiscutibile rappresentanza dell’intero ebraismo italiano”.
Per l’Unione che verrà l’auspicio è per un pieno riconoscimento da parte della società italiana che generi a sua volta un pieno riconoscimento di Israele e della sua realtà; una proficua interazione tra persone e sensibilità diverse; la sostenibilità dei progetti e una capacità, da parte dell’ente, di farsi promotore di iniziative che lascino il segno.
Il riferimento valoriale per Benè Binah arriva direttamente dai Salmi (capitolo 1, verso 3): “Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere”.

“Portiamo l’istruzione al centro”

Schermata 2016-06-08 alle 09.15.12“Il 19 giugno dobbiamo cambiare e far sentire in maniera autorevole la nostra voce, senza delegare ad altri le scelte per il nostro futuro e quello dei nostri figli. In una frase, bisogna votare per garantire un futuro ebraico delle nostre Comunità”. Così Franca Formiggini Anav, già presidente degli Asili ebraici, in corsa con la lista Kol Israel. “Coesa, competente, per Israele”: queste le tre caratteristiche che, secondo la candidata, definiscono la lista. “Siamo fortemente compatti nella visione del futuro e intendiamo cambiare i criteri di ripartizione delle risorse per favorire l’istruzione. In questo siamo forti del contributo che ciascuno di noi ha già dato, operando pro bono in ambito ebraico. Inoltre – afferma Anav – saremo sempre dalla parte di Israele e in prima linea contro ogni forma di odio”.
I tre aggettivi per l’Unione del futuro sono invece “unita, organizzata e moderna”.
“Bisogna ora come non mai sanare diffidenze del passato, con iniziative unitarie, aggreganti a beneficio di tutte le comunità. Con una metafora, l’innaffiamento a goccia israeliano” spiega Anav, che è cresciuta tra Bologna, Como, Milano e Roma. Sul fronte organizzativo, prosegue, “va invece ripensata la struttura interna e governativa, al fine di ridare al Consiglio poteri decisionali e di indirizzo e ottimizzare le spese”. Per quanto concerne la modernità, l’obiettivo è che l’Unione sia “vicina al futuro, ai giovani, alle nuove forme di comunicazione, ponte con le start up e le tecnologie israeliane, educata a non buttare soldi”.
Al centro dell’impegno della formazione il seguente concetto: Am Israel Hai (il popolo di Israele vive). “Vogliamo investire la maggior parte delle risorse nell’ebraismo vivo. Di qui – sottolinea Anav – la centralità dell’istruzione, che è motore della vita ebraica. Maimonide diceva: il mondo non si mantiene altro che per il respiro dei bimbi di scuola”.

“Lavoriamo per essere inclusivi”

Schermata 2016-06-08 alle 09.15.18“Spesso si sente dire, e purtroppo questo vale anche per le elezioni del governo italiano, ‘non sarà il mio voto a spostare le cose…tanto sono tutti uguali…nulla cambierà’. Così ci si abbandona all’indifferenza, e spesso è proprio quella indifferenza a far sì che non si prenda mai posizione. Votare significa poter decidere, significa cambiare”.
Ne è convinta Giorgia Calò, attuale assessore alla Cultura della Comunità ebraica romana, candidata con la formazione Israele siamo noi.
“Bisogna riflettere sul fatto che il disinteresse verso queste elezioni – aggiunge Calò – il non voler esercitare il diritto al voto, non avrà come conseguenza la scomparsa dell’UCEI (non sia mai); l’UCEI si occuperà comunque della vita degli iscritti alle comunità d’Italia, solo che le scelte verranno prese da altri e che probabilmente non terranno conto degli interessi di chi non ha fatto sentire la sua voce quando avrebbe potuto”.
La lista di cui fa parte è, per Calò, “ortodossa, giovane e concreta”. Ortodossa “come affermazione delle nostre radici, nelle quali ci riconosciamo totalmente”. Giovane perché “i giovani rappresentano il futuro dell’ebraismo italiano e in quanto tale abbiamo il dovere di sostenerli”. Concreta perché “siamo prima di tutto tecnici e molto di noi hanno esperienze amministrative”.
Gli aggettivi per l’UCEI del prossimo quadriennio sono invece “inclusiva, dinamica e internazionale”. Inclusiva perché “divisioni, protagonismi, interessi contrapposti non fanno parte del nostro dna”. Dinamica perché “intendiamo lavorare con serietà e in modo molto pragmatico, per migliorare i servizi agli iscritti, ottimizzando le risorse e creandone di nuove”. Internazionale perché “vogliamo che l’UCEI diventi un punto di riferimento solido e credibile per i nostri interlocutori nazionali e internazionali: governi, istituzioni pubbliche e private, ambasciate, mezzi di informazione”.

Adam Smulevich – Pagine Ebraiche giugno 2016

(8 giugno 2016)