Elezioni UCEI – Milano, la parola ai candidati
Entra nel vivo la competizione per il prossimo Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che sarà eletto in occasione del voto convocato per domenica 19 giugno.
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Tre le formazioni in lizza a Milano, dove saranno eletti 10 dei 52 Consiglieri del nuovo esecutivo. In ordine di presentazione di lista Comunità aperta, Wellcommunity per Israele, e Milano X l’Unione – L’Unione X Milano.
“Chiediamo ascolto dai rabbini”
“Apertura a tutti gli ebrei, al dialogo e al rispetto di tutte le opinioni, alla convivenza in ‘mamma comunità’ senza l’imposizione di un pensiero unico, alla società in cui viviamo condividendo i valori della nostra cultura”. Cobi Benatoff, leader della lista Comunità aperta, descrive la battaglia che intende portare avanti in Consiglio. Una battaglia, sottolinea, “che è vitale per il futuro dell’ebraismo italiano”. “I figli di padre ebreo, riconosciuti come Semi di Israele o Zera Israel, che frequentano la scuola ebraica, dovrebbero fare il Bar o Bat Mitzva insieme ai loro compagni. Il processo di conversione deve essere chiaro e trasparente sulla durata, sugli adempimenti e sui costi e sopratutto – dice Benatoff – su come si evitano traumi inutili su bambini così vulnerabili a paure e sofferenze”. “Sensibile, umana e amorevole” i tre aggettivi per l’UCEI in relazione a questa tematica. “Come si può accettare che questi bambini soffrano in un limbo fino alla maggiore età religiosa? Non sono considerati ebrei e quindi non possono fruire dei diritti di chi è ebreo. Ma al tempo stesso non sono considerati neanche non ebrei e da loro si pretende l’assunzione delle stesse responsabilità di chi lo è. Se il ‘sistema’ sottopone i ‘nostri’ bambini a una tale ‘tortura’ psicologica ritengo che abbiamo tutti diritto a una spiegazione. Anche perché – afferma Benatoff – fino a tempi recenti la conversione dei bambini era una pratica normale”.
“Non ci permettiamo di imporre ai rabbini di essere d’accordo con noi, né che seguano le nostre indicazioni. Ci aspettiamo però che ascoltino le nostre istanze, i nostri problemi e le nostre preoccupazioni e che le prendano in considerazione. Ci aspettiamo che ci spieghino la loro visione del futuro della comunità ebraica italiana e che non si offendano quando poniamo loro richieste di chiarimento. Tutti i leader devono rispondere del loro operato. Persino Mosè – conclude – è stato messo continuamente in discussione”.
“Ridefiniamo i criteri distributivi”
“Come lista diamo un giudizio complessivamente positivo dell’operato dell’Unione in questi quattro anni.
“Ma allo stesso tempo, crediamo che l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane non dia attualmente una rappresentazione corretta delle varie anime dell’ebraismo italiano.
“Crediamo che gli organi di autogoverno non stiano funzionando in modo ottimale. Crediamo che la redistribuzione alle Comunità ebraiche del gettito proveniente dall’Otto per mille non sia realmente efficiente. Questi sono i motivi per votarci il 19 giugno”. Così si esprime Raffaele Besso, copresidente assieme a Milo Hasbani della Comunità ebraica di Milano e capolista della formazione Wellcommunity per Israele.
Secondo Besso, i tre aggettivi che definiscono la lista al meglio sono “equilibrata”, “propositiva” ed “etica”.
Equilibrata perché rappresenta “tutto l’ebraismo milanese per fasce d’età, provenienze, posizioni politiche, livelli di osservanza religiosa”.
Propositiva perché nel programma si descrive “ciò che abbiamo fatto in UCEI in passato, ma anche ciò che vogliamo fare in futuro”.
Per il Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche che uscirà da questa consultazione elettorale, Raffaele Besso si augura “una maggiore rappresentatività, una gestione più oculata del gettito Otto per mille, una maggiore sensibilità ai temi che ci stanno a cuore, come la sopravvivenza delle quattro scuole ebraiche comunitarie italiane, la difesa a oltranza dello Stato d’Israele e del suo governo, la lotta all’odio e all’antisemitismo”.
Al centro dell’impegno della lista, conclude Raffaele Besso, un valore condiviso: una forte attenzione all’educazione ebraica.
“Rendiamo più autonomi i giovani”
“Serve una partecipazione significativa al voto, così che possano essere espresse al meglio le idee degli ebrei in Italia. Il voto è essenziale per tutti gli iscritti: per chi ha a cuore il futuro ebraico delle nostre Comunità ma anche per chi si sente estraneo, lontano o respinto da esse. È un dovere, ma soprattutto un diritto: è l’opportunità di esprimere le proprie opinioni su programmi precisi e diversi. Leggeteli e confrontateli”. È l’invito che lancia Milo Hasbani, copresidente della Comunità ebraica di Milano e capolista del gruppo Milano X l’Unione – L’Unione X Milano.
“Le nostre idee sono dedicate in particolare a tre settori: giovani,
scuola e sicurezza” spiega Hasbani. “Sui giovani, l’idea è di coinvolgerli maggiormente nel Consiglio UCEI e contemporaneamente di renderli maggiormente autonomi con un rilevante sostegno economico”. Anche la scuola al centro degli obbiettivi, “per valorizzare al meglio risorse e competenze esistenti, offrendo a molti più studenti di quelli oggi iscritti le scuole ebraiche di viverle come centri di opportunità e ospitalità”. Sul fronte della sicurezza la sfida è quella di un “coordinamento sempre maggiore ed efficace” tra addetti ai lavori e referenti.
Competenza, determinazione, positività. Questi, secondo Hasbani, le caratteristiche del gruppo di cui gli è stata affidata la leadership. Competenza perché “tutti i candidati hanno esperienza nelle associazioni e nelle organizzazioni ebraiche, con incarichi di alta responsabilità”. Determinazione perché “crediamo fermamente nell’identità ebraica, nella condivisione di valori plurimillenari, nel pluralismo delle idee”. Positività perché “siamo tutti entusiasti e carichi di energie positive”.
L’Unione che uscirà dal voto del prossimo 19 giugno dovrà infine essere, per Hasbani, “un ente inclusivo, operativo, trasparente”. Un ente soprattutto i cui risultati “possano essere facilmente misurati”.ù
(9 giugno 2016)