Contro il Mein Kampf in edicola
Tutta la stampa italiana, le televisioni, le radio. Protagonisti dell’informazione e opinion leader. Svariate decine di migliaia di post sui social network. I più autorevoli media internazionali: dal New York Times al Telegraph, dalla Bbc al Daily Mail, da Le Figaro al The Times, dalla Frankfurter Allgemeine al Washington Post.
Ha fatto il giro del mondo la ferma presa di posizione del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in merito all’operazione condotta dal quotidiano il Giornale, distribuito nelle edicole assieme a una copia tradotta del Mein Kampf.
“Un fatto squallido – ha affermato Gattegna – lontano anni luce da qualsiasi logica di studio e approfondimento della Shoah e dei diversi fattori che portarono l’umanità intera a sprofondare in un baratro senza fine di odio, morte e violenza. Bisogna dirlo con chiarezza: l’operazione del Giornale è indecente”.
Numerose le pagine di approfondimento sui giornali sull’inadeguatezza dell’operazione condotta dal quotidiano diretto da Sallusti. E molteplici le prese di posizione che sono seguite nell’opinione pubblica, tra i vertici della categoria, ai più alti livelli istituzionali. Ad intervenire tra gli altri il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
“È venuto il momento – ha scritto il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale in un editoriale – in cui chi ha dedicato tante energie a stilare le pagelle dei giornali buoni e dei giornali cattivi, dei giornali amici e dei giornali nemici, apra gli occhi davanti alla realtà e chiami le cose con il proprio nome. Di amici come questi né gli ebrei né lo Stato di Israele sanno che farsene”.
Il dibattito sul Mein Kampf continua anche oggi sul Corriere della Sera, con due interventi sul tema di Donatella Di Cesare e Carlo Rovelli.
Attentato a Parigi, due vittime. Un poliziotto è stato ucciso a coltellate davanti alla sua casa a Magnanville, una cinquantina di chilometri a nord-ovest di Parigi, da un sedicente militante dello Stato islamico che poi si è asserragliato nell’abitazione della sua vittima, uccidendo anche la moglie dell’agente. Il killer si chiamava Larossi Abballa, 25 anni, ucciso dalle forze speciali. Fu arrestato nel 2013 e condannato a tre anni di reclusione perché parte di una rete jihadista tra la Francia e il Pakistan. L’agenzia vicina a Daesh ha rivendicato la responsabilità del duplice omicidio. Sano e salvo il figlio delle vittime, un bambino di tre anni. (Corriere)
Strage Orlando, “Killer cresciuto in casa, ma ispirato dall’Is”. Criticato per non aver immediatamente parlato di terrorismo islamista in merito alla strage di Orlando, il presidente Usa Barack Obama nelle scorse ore è nuovamente intervenuto, parlando di “terrorismo cresciuto in casa” ma “alimentato dalla propaganda online dello Stato Islamico” (Repubblica). Nelle ricostruzioni della strage, compiuta dall’americano di origine afgana Omar Mateen all’interno di un locale gay di Orlando – 49 le vittime e 29 feriti – i quotidiani (Repubblica e La Stampa tra gli altri) sottolineano come il terrorista fosse un “lupo solitario” che ha prestato giuramento all’Isis telefonicamente. E non ci sono stati ordini diretti del sedicente Califfato, spiegano gli analisti, per la strage ma un riconoscimento successivo del massacro. “Penso che quello che lo Stato Islamico ha fatto è molto astuto, creando una situazione in cui una persona può portare un attacco senza alcun collegamento diretto con l’organizzazione”, ha detto Charlie Winter, analista americano.
Tra omofobia e integralismo islamico. Sul Corriere, Guido Olimpio parla di tre piste su cui stanno indagando gli inquirenti americani per capire i legami del terrorista di Orlando Mateen con il radicalismo islamico: 1) I viaggi del killer in Arabia Saudita, nel 2011 e nel 2012, ma pare per fare il pellegrinaggio. 2) I possibili rapporti con Moner Abusalah, americano, presunto reclutatore in Florida e poi morto da kamikaze in Siria. 3) I sermoni di Marcus Robertson, ex marine, criminale, passato all’integralismo e autore di attacchi verbali contro i gay.
La strage di Orlando e la politica Usa. “Demonizzare un’intera religione non ci aiuta” così Hillary Clinton candidata democratica alla Casa Bianca risponde all’avversario repubblicano Donald Trump. Per la Clinton, riporta La Stampa, “l’Arabia deve smettere di finanziare il terrorismo, bisogna potenziare l’intelligence per dare la caccia ai ‘lupi solitari’ e il contrasto della propaganda jihadista, e togliere le armi, in particolare i fucili da assalto, dalle mani dei violenti”. Per Trump la soluzione è “bandire gli immigrati islamici, fino a quando non avremo risolto il problema del terrorismo islamico”.
CasaPound e il presunto appoggio alla Raggi. Su La Stampa la vicenda che ha coinvolto il leader neofascista di CasaPound Di Stefano che aveva dichiarato,“Giachetti con la Turco assessore fa rabbrividire” e interpretato come un appoggio alla Cinque Stelle Virginia Raggi. Poi la retromarcia: “Nessuna simpatia, i due candidati sindaco sono nullità politiche”.
L’Austria e i migranti. Sul Fatto Quotidiano, Furio Colombo risponde a un lettore che denuncia l’invito del ministro degli Esteri austriaco a “deportare in un’isola lontana i migranti pescati vivi, come hanno fatto, esemplarmente, secondo lui, gli australiani. Nazismo puro”. Colombo spiega che l’atteggiamento del ministro degli Esteri austriaco non è il solo a preoccupare e denuncia anche il comportamento del Dalai Lama sui migranti e del premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi nei confronti del popolo rohingya.
Daniel Reichel
(14 giugno 2016)