aperture…

Nel giorno di Shavuòt , alla lettura solenne del capitolo del Decalogo, è consuetudine aggiungere un’altra lettura biblica, quella del libro Ruth. È la storia di una “straniera” che vuole unirsi a noi. Una donna moabita che nonostante la sua provenienza da un popolo distante da noi, sia culturalmente che religiosamente, sarà chiamata la Matriarca del Regno (messianico) in quanto bisnonna del re David.
Alla contrapposizione tra un sedicente ebraismo “aperto” e uno “chiuso” – categorie di pensiero che oggi vengono usate più come slogan ideologici che come riferimenti sostanziali – la Tradizione ebraica ha dato da molti secoli la sua risposta.
Proprio nel momento più intimo e particolaristico, il giorno di Shavuòt, in cui il popolo ebraico si costituisce ai piedi del Sinai con la ricezione della Torah, i nostri Maestri ci raccomandano di non chiudere la porta a una “straniera” lontana che vuole entrare.
Tutto dipende da come ci si avvicina e da quanto chi vuole entrare sia veramente “aperto” ad ascoltare e ad apprendere.

Roberto Della Rocca, rabbino

(14 giugno 2016)