Comunicazione, risorse, futuro
Cosa abbiamo da dirci fra noi? E cosa abbiamo da dire alla società nel suo complesso? E cosa è davvero la Community dell’ebraismo italiano? E inoltre, quando molti sembrano inclini a gettarsi nelle discussioni più accese per definire come suddividere le scarse e incerte risorse disponibili, come invece sarebbe possibile garantire la migliore tutela delle risorse esistenti e se possibile accrescerle?
Tutti temi, questi, che rimandano all’impegno sull’informazione, perché è sullo scenario dell’informazione che si scaricano molte tensioni dell’ebraismo italiano, ma è sempre sullo stesso scenario che si determina la nostra capacità di reagire alle sollecitazioni e di rispondere agli interrogativi che ci provengono dalla società circostante. E questo è ancora lo stesso orizzonte, l’unico possibile, dove una minoranza può sperare di garantire la propria sicurezza e di accrescere le risorse disponibili, il futuro delle proprie istituzioni.
Negli scorsi anni la Community dell’ebraismo italiano (la componente della società italiana attenta ai valori e alla testimonianza degli ebrei italiani) è cresciuta sensibilmente. E con essa la cintura di protezione attorno a una piccola minoranza e le risorse disponibili. Questa crescita è andata per ora di pari passo con una precisa scelta strategica: disinvestire dalle costosissime campagne pubblicitarie condotte da tutte le realtà socioreligiose per sostenere la raccolta dell’Otto per mille e offrire piuttosto alla società italiana strumenti di conoscenza e di informazione.
La crescita della Community, è ovvio, non può rispondere a criteri misurabili con certezza matematica, ma leggere il fenomeno con intelligenza e con trasparenza è l’unica strada che abbiamo davanti per capire dove agire e come agire.
Stando ai dati di bilancio, circa l’80 per cento delle risorse disponibili vengono dalla nostra capacità di sviluppare un dialogo con la società. E queste risorse che l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha la responsabilità di raccogliere vengono poi largamente redistribuite alle realtà comunitarie, traducendosi in un importante vantaggio per tutta la collettività.
Certo l’immagine di una minoranza è una complessa alchimia di fattori. Può essere incentivata, o anche irrimediabilmente danneggiata, a seconda della credibilità o della moralità dei comportamenti dei singoli e delle istituzioni. Lo sanno bene gli ebrei italiani che nel loro impegno quotidiano agiscono in quasi tutte le realtà come moltiplicatori della simpatia e del consenso di tanti altri cittadini. Certo il lavoro sull’informazione non può da solo sanare tutti i problemi. Ma analizzando i dati a disposizione è possibile vedere dove e come è stato faticosamente conquistato terreno. E, a seconda delle nostre scelte, determinare un futuro di progresso e di sicurezza di cui tutti noi possiamo essere gli artefici.
Pagine Ebraiche giugno 2016
(15 giugno 2016)