A Herzliya c’è chi sfida Bibi e chi lo shabbat
Per diversi motivi Herzliya, cittadina di 80mila abitanti parte del distretto di Tel Aviv, è stata protagonista delle cronache israeliane più recenti. Qui si è tenuta la tradizionale conferenza annuale dell’Herzliya Interdisciplinary Center a cui hanno partecipato diverse personalità politiche e militari di primo piano. Tra loro, oltre al capo dell’intelligence militare Herzl Halevi (che, ricordando l’anniversario del primo conflitto in Libano, ha sottolineato la debolezza attuale di Hezbollah e come un’altra guerra trasformerebbe il Paese a nord di Israele in uno “Stato di rifugiati”), c’era Moshe Yaalon, che circa un mese fa è stato sostituito dal Premier Benjamin Netanyahu nel suo ruolo di ministro della Difesa (il nuovo ministro è Avigdor Lieberman). Un cambio vissuto da Yaalon come un tradimento, tanto da portarlo a rassegnare le dimissioni dalla Knesset (il parlamento israeliano) e annunciare il suo momentaneo ritiro dalla scena politica. I giornali avevano subito rilanciato una sua possibile candidatura alle prossime elezioni politiche e le proiezioni davano una coalizione guidata da Yaalon avanti rispetto a una guidata da Netanyahu. Forse forte anche di questo, l’ex ministro della Difesa dal palco di Herzliya ha deciso di lanciare ufficialmente la sfida al leader del suo partito, il Likud, nonché capo di governo, Netanyahu.
Nel suo discorso, Yaalon ha accusato la leadership attualmente al governo di voler “accecare” il Paese con minacce esistenziali immaginarie – l’ex ministro ha denunciato il tentativo di diffondere una falsa percezione che “siamo sull’orlo di una seconda Shoah” – per distrarre i cittadini dai problemi gravi che affliggono la società israeliana. Un’accusa respinta dal Likud, che in un comunicato ha definito ipocrita il discorso di Yaalon “che solo pochi mesi fa affermava che: ‘L’Iran è una preoccupazione esistenziale per Israele’”. Ma Yaalon ha proseguito nel suo affondo, dichiarando che “è intollerabile che la leadership d’Israele nel 2016 cerchi di incitare gli ebrei contro gli arabi; la destra contro la sinistra; e il tutto al fine di rimanere al governo, per ottenere un altro mese o un altro anno” in carica. “Il lavoro di un leader è unire la società, anche quando ci sono differenze politiche sostanziali, per non favorire la divisione”, le parole dell’ex ministro già entrato in clima da campagna elettorale.
Più o meno nelle stesse ore un’altra seppur diversa sfida verso il cambiamento è stata lanciata dalla municipalità di Herzliya, che ha infatti deciso di cominciare ad offrire servizi pubblici di bus durante lo shabbat (il riposo ebraico) e le feste. La cittadina sarà così la prima a maggioranza ebraica a garantire un trasporto pubblico che, per non incorrere nel divieto normativo vigente, sarà gratuito. La legge infatti attualmente vieta il trasporto pubblico durante shabbat e le feste, specificando però che questo servizio è a pagamento. L’escamotage trovato dalla municipalità di Herzliya è stato così quello di offrire i trasporti ai propri cittadini in modo gratuito. Dal primo luglio dalle 8 alle 4 ogni mezz’ora ci saranno autobus che permetteranno di accedere all’ospedale, al parco, alla spiaggia mentre non attraverseranno i quartieri religiosi. “Il comune Herzliya si propone di consentire a tutti i suoi cittadini, anche coloro che non hanno l’auto, di raggiungere i siti di intrattenimento e per il tempo libero così come le spiagge, comodamente e facilmente, in maniera egualitaria”, ha dichiarato il sindaco Moshe Fadlon, che ha incontrato l’opposizione dei partiti religiosi. “I percorsi – ha continuato il sindaco – sono stati scelti con cura per evitare di offendere qualcuno”.
Daniel Reichel