Informazione – DafDaf Alla scoperta della filosofia
È la nuova rubrica Filò, la protagonista del numero 69 di DafDaf, che saluta la fine dell’anno scolastico con una scommessa: avvicinare i piccoli lettori alla filosofia. E Filò – questo il nome che l’autrice della rubrica, Sara Gomel, ha dato al personaggio che l’aiuterà nei prossimi mesi, è diventato protagonista anche della copertina, grazie all’illustrazione di Luisa Valenti: “Udite, udite, cari lettori, vi invito a seguirmi in un viaggio nel misterioso mondo della filosofia! Il mio nome è Filò, e vi accompagnerò alla scoperta di quest’antichissima disciplina, nata in Grecia più di duemila anni fa. Insieme, e con l’aiuto di tanti filosofi del passato, proveremo a osservare con attenzione la realtà che ci circonda ma anche il nostro mondo interiore, quello che accade nella nostra testa e nel nostro cuore. Se vorrete seguirmi vi accorgerete che, a forza di fare filosofia, non solo voi, ma anche i grandi torneranno a chiedersi il ‘perché’ di tante cose, proprio come quando erano bambini”. Ed è ancora Luisa Valenti, la Strega Comanda Color, a firmare lo “Stregario filosofico”, dove spiega che per filosofare disegnando bisogna conoscere se stessi, sapere di non sapere, vedere le verità, oltre a non dimenticare che ogni filosofo è uno scienziato e che ogni bambino è sia artista che filosofo. Dalla filosofia e dall’arte perché non passare all’innovazione, spiegata con grande semplicità? “Avete mai sentito parlare di smartcity? È un termine che adesso è molto di moda è unisce la parola smart – intelligente –, con city – città –. L’unione dei due termini ci porta alla città intelligente ovvero uno spazio che si sviluppa in modo intelligente appunto at- torno alla vita del cittadino per migliorarla, utilizzando le risorse economiche ed umane, le infrastrutture digitali (ad esempio le app degli smartphone su cui sono incollati i vostri genitori) e tradizionali (ad esempio i servizi di trasporto pubblico, bus, metro, tram per intenderci)”. Così iniziano le pagine dedicate a “mercati e valori”, sviluppate in occasione del Festival Economia di Trento, che raccontano anche come i “dieci comandamenti per una città intelligente” siano stati scritti da un economista americano, Dan Hoornweg. E non manca ovviamente il riferimento a un principio di comportamento molto presente nella tradizione ebraica: come ha spiegato rav Benedetto Carucci Viterbi: “Dio, prima di parlare con Mosè, sempre lo chiama. In questo modo, dice Rashi, esprime intenzione specifica ed affetto. Comunicazione vera c’è quando, tra chi parla e chi ascolta, c’è attenzione, affetto e volontà di costruire una relazione”. Con la scusa del Festival Economia, poi, il giornale ebraico dei bambini ha proposto ai giovani lettori un percorso turistico, che fra neve bianchissima e prati fioriti porta a Merano, dove la presenza ebraica risale al Medioevo. Maria Teresa Milano, musicologa ed ebraista, è responsabile delle pagine dedicate alla musica, e per il numero 69 di DafDaf ha scelto la storia di Miriam, fra la colonna sonora de “Il Principe d’Egitto” (in particolare con When you believe, nella versione di Ma- riah Carey e Whitney Houston), e la Miriam’s Song un po’ folk di Debbie Friedman o Miriam Hanevia (Miriam la profetessa) nella suggestiva esecuzione di Zohar Fresco, lo storico percussionista di Noa. Per chiudere le pagine invece con Freedom is a voice, di Bobby Mc Ferrin. È dedicata ai Pirké Avot, le Massime dei Padri, e ai Midrashim, le parabole tratte dal Talmud, la pagina della morà DafDafà, in cui Nedelia Tedeschi presenta una parabola “per meditare e magari discuterne in classe o in famiglia”. Inizia con la domanda di un vecchio rabbi, che chiese un giorno ai suoi discepoli: “Chi di voi saprebbe dirmi come si può distinguere il momento in cui finisce la notte e inizia il giorno?”. Prima della tradizionale scheda che questo mese ci racconta qualcosa di Diego, di Roma, è la storia di Ginettaccio e Alfonsina ad accompagnare i lettori in un percorso che unisce idealmente Gino Bartali, diventato nel 2013 Giusto delle Nazioni grazie sia ai documenti nascosti nella canna della bici e consegnati percorrendo tanti chilometri durante la guerra che nascondendo a casa sua una famiglia di ebrei fiumani e Alfonsina Morini, l’atleta dalle gambe infaticabili e dalla determinazione incrollabile che mostrò al mondo che anche le ragazze in bici potevano andare forte, molto forte. La loro storia, poi, inaugura anche la collaborazione con Focus Junior, che a sua volta aveva dedicato una pagina alla bicicletta. Giusto in tempo per l’estate.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(20 giugno 2016)