Tono leggero

Sara Valentina Di Palma Questa settimana ho pensato, dopo una serie di impegni scolastici e para scolastici tra saggi ginnici, concerti e feste varie, di tenere un tono leggero che si addica all’estate incipiente o quasi, dato che non ci sono più le stagioni di una volta. Discorsi un po’ vacui da conversazione ferroviaria, che so, appunto sul tempo che in effetti quest’anno è balzano e imprevedibile, con buona pace dei commentatori televisivi i quali non possono ancora dispensarci consigli su come evitare, con quaranta gradi all’ombra, di uscire nelle ore più calde e invece cercare di bere in abbondanza. Meglio trattare del clima, rispetto a più pericolosi argomenti su come un tempo qui fosse tutta campagna, cui seguono (purtroppo sempre più spesso) considerazioni dello pseudo innocuo interlocutore sulle bonifiche fasciste e sul fatto che era meglio quando si stava peggio e quando c’era lui… Argomentazioni cui non potrei non obiettare con veemenza, e addio correttezza politica e temi da spiaggia.
Poi, però, ho avuto due diversi incontri con altrettanti madri, altre interlocutrici sociologicamente interessanti al pari dei viaggiatori ferroviari, ed in alcuni periodi della vita le sole probabili compagne di conversazione: chi come me è sveglio nel cuore della notte perché per girarsi nel letto le servirebbe una gru, chi per allattare, cambiare pannolini, far riaddormentare bambini, e poi il sonno non arriva e incontra in chat altre sventurate come lei.
La prima donna si è vista i figlioletti rientrare in casa con una siringa (per giocare al dottore, mamma) trovata su un muretto accanto all’abitazione, ma gli aghi non c’erano, anzi c’erano ma erano incappucciati ed i bambini li hanno buttati oltre il recinto della casa, e pensandoci bene c’era anche una boccetta che aveva contenuto qualcosa ma quella era già rotta in pezzi. La poveretta è sopravvissuta senza incorrere in un infarto fulminante, per ora, ma la sua disavventura mi ha portato a riflettere sulle difficoltà di insegnare ai bambini come evitare i pericoli. Possono anche aver letto che siamo responsabili delle cose del nostro prossimo (e di tutto ciò che il tuo fratello potrà perdere e tu trovare, non potrai disinteressartene: Devarim 22,3), ma cosa fare con i pericoli moderni e insidiosi che non conoscono? Di solito mi avvalgo di libri per l’infanzia e così ho fatto su altri temi considerati difficili come il sesso ed il mistero della nascita, la separazione dei genitori, il lutto. Ma sulle droghe sono impreparata, ammetto, e non ho trovato nulla di adatto a pre adolescenti. Alla conoscente ho potuto solo inviare il mio conforto e una virtuale pacca sulla spalla, ma il problema ora occuperà altre ore di veglia notturna, devo riconoscere.
Meno frustrante, ma non del tutto soddisfacente, il secondo argomento di conversazione. La signora, nel bel mezzo del Toscana Pride dello scorso Shabbat, si è ritrovata a fronteggiare domande complesse dei suoi incalzanti figli, e mi chiedeva che cosa avrei risposto io nei suoi panni.
Perché i manifestanti del pride (chiarito che significa orgoglio, perché si dovrebbe essere orgogliosi di essere come si è nei limiti in cui questo non arrechi danno ad altri, e fino a prova contraria affermare la propria affettività non danneggia nessuno) hanno bisogno della protezione dei carabinieri? Questa è tristemente facile, basta rispondere richiamando il paragone con i soldati davanti al Tempio, proprio nella strada limitrofa al punto di partenza del corteo, e la necessità di difendere chi è considerato diverso, è in numero minore, o più debole.
Perché hanno scelto questo giorno per manifestare, e che cosa vuol dire che un terrorista in America ha ucciso dei signori e delle signore che ballavano tranquilli? In effetti, questo risulta ostico alla logica infantile come dovrebbe risultare al resto del mondo umano.
Ma insomma, appurato che per quanto gioiosa e colorata non è proprio una festa, chi sono i signori che manifestano e per che cosa. Qui potrei farcela forse. La signora ha farfugliato qualcosa sui diritti di tutti, ma non sono convinta che giovanissime menti possano conoscere l’astrattezza del concetto di diritto. Le ho invece consigliato il bel libro per bambini di Sandro Natalini, In famiglia, che avvalendosi del mondo animale mostra tanti tipi di famiglia, comprese quelle con due babbi cavallucci marini. Del resto, proprio per la scabrosa immagine dei cavallucci il libro è stato inserito lo scorso luglio nella lista dei quarantanove libri per l’infanzia censurati dal sindaco veneziano Brugnaro: come concepire una famiglia con due padri o due madri, o persino una famiglia allargata e ricomposta con fratelli e sorelle di seconde nozze? O tempora, o mores.

Sara Valentina Di Palma

(23 giugno 2016)