Qui Roma – Ricordare, fra musica e parole
“Dimenticare. Ma io no. Io della mia vita voglio ricordare tutto, anche quella terribile esperienza che si chiama Auschwitz”. Scriveva così Settimia Spizzichino, l’unica donna sopravvissuta al rastrellamento degli ebrei romani del 16 ottobre 1943, nel suo libro Gli anni rubati, curato insieme a Isa Di Nepi (Comune di Cava de Tirreni, 1996). E questo suo appello a una Memoria forte e duratura viene raccolto nella serata di oggi promossa dalla Fondazione Museo della Shoah e realizzata con il contributo dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la collaborazione della Comunità ebraica romana, intitolata “16 ottobre 1943. Cronaca di un’infamia”, che si svolgerà all’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi della Capitale. Per ricordare la tragedia della deportazione degli ebrei da parte dei tedeschi, il coro Ha-kol alternerà brani musicali alla lettura di testi dal libro di Settimia Spizzichino. La quale affermava di volersi fare portavoce non solo dell’esperienza drammatica che faceva parte della sua vita, ma anche di quella di tanti altri che purtroppo dal lager non tornarono mai. “A queste persone io devo il ricordo – scriveva – devo ricordare per raccontare anche la loro storia. L’ho giurato quando sono tornata a casa, e questo mio proposito si è rafforzato in tutti questi anni, specialmente ogni volta che qualcuno osa dire che tutto ciò non è mai accaduto, che non è vero”.
(30 giugno 2016)