Setirot – Renzi e il Bds
Benissimo ha fatto il premier Matteo Renzi a ribadire con forza che l’Italia e le sue istituzioni sono in prima fila nella lotta al Bds. Giusta condanna al movimento che da lotta politica (se mai lo è stato) si è subito trasformato in demenziale, abominevole delegittimazione di Israele e spesso in puro odio antisemita. E benissimo ha fatto Renzi a promettere che tra qualche mese andrà a Gerusalemme accompagnato da una folta delegazione di rettori e professori per spezzare l’isolamento accademico. Ciò detto, a me restano una curiosità e un dubbio. La curiosità è se qualcuno abbia mai fatto una seria inchiesta sulla reale portata del boicottaggio sia in termini di trasmissione del pensiero (università, ricerca, cultura, spettacolo) sia in termini di acquisti di prodotti made in Israel o di diminuzione “ideologica” dei viaggi turistici dall’Italia o di collaborazioni commerciali, industriali, finanziarie. Perché – dal momento che la sensazione è che tutto questo sia marginalissimo – ecco affiorare il dubbio: siamo sicuri che spendere fiumi di inchiostro occupandosi di un’infima minoranza ignorante e obnubilata non diventi in realtà un atto di propaganda gratuita a parole d’ordine aberranti?, insomma un boomerang? In fondo, diceva Montaigne, «la parola è per metà di colui che parla e per metà di colui che ascolta».
Stefano Jesurum, giornalista
(30 giugno 2016)