Elie Wiesel (1928-2016) – Le reazioni
“Una luce nel buio della notte”

wiesel thumb Una guida, capace di vedere e far vedere la luce nella notte. Così molte voci ebraiche di tutto il mondo descrivono Eli Wiesel nei messaggi di cordoglio diffusi nell’apprendere la notizia della sua scomparsa ieri sera.
“Il mondo ha perso una delle sue voci morali più importanti“, le parole di Moshe Kantor, presidente dell’European Jewish Congress. “Ha vissuto i primi anni della sua vita nel buio, ma è riuscito a portare molta luce in questo mondo grazie alle sue parole di speranza e di pace“. Insieme a lui, a ricordare Wiesel sono stati tra gli altri anche il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il rabbino capo del Commonwealth Ephraim Mirvis e il gran rabbino di Francia Haim Korsia.
“Il suo coraggio di vedere il bene nel mondo mentre attorno al lui c’era tanto indicibile male dovrebbe rimanere un’eredità, non solo per il popolo ebraico ma per tutto il genere umano“, ha proseguito Kantor. Concorda Netanyahu, il quale ha sottolineato come Wiesel abbia, “attraverso i suo indimenticabili libri, le sue parole commoventi e il suo esempio, personificato il trionfo dello spirito umano sul male più inimmaginabile. La sua vita e il suo lavoro – ha aggiunto – sono stati una benedizione per il popolo ebraico, lo Stato ebraico, e tutta l’umanità“.
Dell’eredità morale lasciata da Wiesel ha parlato anche Lauder, il quale ha citato alcune parole del Testimone: “Eli una volta disse: Questo dobbiamo fare: non riuscire a dormire quando le altre persone soffrono in qualsiasi parte del mondo, non riuscire a dormire quando qualcuno è perseguitato, non riuscire a dormire quando le persone qua o là soffrono la fame, non riuscire a dormire quando le persone sono malate e non c’è nessuno ad aiutarle, non riuscire a dormire quando qualcuno ha bisogno di noi“. Wiesel, ha ricordato Lauder, “non dormiva mai. E svegliava gli altri quando vedeva un’ingiustizia“.
Dedicando la sua vita alla Memoria delle sei milioni di vittime della Shoah, ha evidenziato il rav Mirvis, “è diventato un simbolo di moralità in un mondo tormentato. Ha visto e subito eventi che, per grazia di Dio, la gran parte di noi non sarà mai in grado di comprendere completamente. Ciononostante – ha continuato – la sua sofferenza non ha conquistato il suo spirito ed è diventato una fonte di ispirazione per milioni di persone. Come lui stesso ha riflettuto, nel ricevere il premio Nobel per la pace nel 1986, egli è ‘emerso dal regno della notte’ e compreso che ‘ogni momento è un momento di grazia’“. Anche il rav Korsia ha citato un pensiero espresso da Wiesel in quell’occasione: “La pace non è un dono di Dio alle sue creature, è un dono che noi ci facciamo gli uni con gli altri“. “Ci ha lasciati un Mensch – ha concluso Korsia – ma la sua Memoria sopravviverà nei nostri ricordi“.

(3 luglio 2016)