Orrore in Bangladesh,
l’Italia manda
gli investigatori

rassegnaLutto nazionale per i nove civili italiani trucidati a Dakka da terroristi islamici. Di fronte alla strage di italiani più grave dopo quella del novembre 2003 a Nassiriya in Iraq, il governo sceglie di essere in prima linea al fianco delle autorità bengalesi contro i fondamentalisti dell’Isis. Il primo ministro Matteo Renzi, per dare il segno del cambio di strategia, ha deciso di inviare sul posto un team investigativo. Una decisione, scrive tra gli altri il Corriere (Fiorenza Sarzanini), che arriva al termine di una notte di consultazioni tra lo stesso Renzi, il ministro degli Esteri Gentiloni e il sottosegretario all’intelligence Minniti.
“Siamo come una famiglia – ha detto Renzi, intervenendo a Palazzo Chigi – che ha subito una perdita dolorosa ma che non ha nessuna intenzione di darla vinta a chi pensa che la distruzione dei nostri valori sia l’obiettivo al quale consacrare la propria esistenza. Noi siamo più forti”.
Di ritorno in Italia il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha interrotto la sua visita in America Latina e, nella giornata di ieri, si è limitato a incontri strettamente istituzionali a Città del Messico “per partecipare al lutto della nazione e rendere omaggio alle vittime”.
Intervenendo al termine dello Shabbat, il presidente UCEI Renzo Gattegna ha definito l’azione terroristica “un’azione sconvolgente che conferma la gravità di questa minaccia, in qualsiasi forma essa si manifesti, contro chiunque sia rivolta, e che non può che trovarci uniti in una risposta ferma e determinata”.
“C’è chi vuole sconvolgere la nostra quotidianità, facendoci precipitare in un abisso di paura, barbarie, violenza. C’è chi vuole distruggere tutti i nostri valori e tutte le nostre conquiste democratiche. Ma noi, istituzioni e comuni cittadini – ha sottolineato Gattegna – non glielo permetteremo”. 

Scompare all’età di 87 anni il grande scrittore, intellettuale e Testimone della Shoah Elie Wiesel, insignito del Nobel per la Pace nel 1986.
“Elie Wiesel ci ha Iasciati: l’annuncio arriva dalla collina dello Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme, ed è come un’eco triste che risuona ai quattro angoli del mondo, ovunque lui ha vissuto, scritto, lottato” scrive Elena Loewenthal (La Stampa). 
“È morto Elie Wiesel. Aveva 87 anni. No, è sbagliato: aveva i 5776 anni della memoria ebraica, della sofferenza dei popoli, del mai dimenticare” osserva Leonardo Coen sul Fatto Quotidiano
Sul Corriere Fiorentino (Adam Smulevich) un racconto di come fu scoperto, per caso, sugli scaffali di una libreria del capoluogo toscano, il suo capolavoro La notte, la cui pubblicazione diede avvio all’avventura della casa editrice ebraica La Giuntina. 

Se ne è andato anche l’ex partigiano Ugo Sacerdote. Di origine ebraica, aveva subito le leggi razziste e combattuto con Giustizia e Libertà. Ricorda La Stampa: “È stato presidente del comitato di coordinamento delle associazioni partigiane piemontesi, oggi al suo posto c’è Bruno Segre. Sacerdote era amico e allievo di Emanuele Artom, catturato dai nazisti mentre erano in un’azione insieme”. 

Puntano ad entrare a Gaza i parlamentari grillini (tra cui Manlio Di Stefano, non proprio un amico di Israele) che prenderanno parte alla missione del Movimento Cinquestelle che, nei prossimi giorni, partirà alla volta di Gerusalemme, Tel Aviv e della Cisgiordania. Nella prima parte del viaggio, organizzato assieme all’ambasciata italiana, scrive la Stampa, “ci saranno incontri con esponenti della società civile di Israele, associazioni e intellettuali”. Ancora il programma non è completo, ma dovrebbe comunque prevedere “una visita al museo dell’Olocausto e un faccia a faccia con qualche autorità politica”. Nella seconda parte i grillini saranno invece a Gerusalemme, incontreranno anche qui associazioni e autorità palestinesi, prima di spostarsi al confine con la Striscia con l’obiettivo di passare dall’altra parte del confine.

“Dire che gli israeliani sbagliano non è antisemitismo. La critica della politica di Israele è il nostro pane quotidiano. Ma associarlo a ogni male è antisemitismo. Invece di odiare i singoli ebrei si sceglie di odiare lo Stato ebraico. Oggi dire che lo Stato ebraico ha la responsabilità della guerra, che gli ebrei uccidono deliberatamente i bambini palestinesi è una manifestazione di odio che risale a 2000 anni fa”. Così l’ambasciatore israeliano a Londra, Mark Regev, in un colloquio con Alain Elkann (La Stampa). 

Sull’inserto La Lettura del Corriere, una riflessione di Donatella Di Cesare su Jihad, Islam politico e mobilitazione delle masse. 

(3 luglio 2016)