La prima giornata del presidente UCEI Noemi Di Segni al lavoro Confronto aperto per il futuro
L’apertura immediata di un canale di confronto con il neoeletto Consiglio dell’Assemblea rabbinica italiana. L’avvio delle trattative che dovranno concludersi entro metà mese per presentare il 17 luglio, alla seconda seduta del Consiglio, un’ipotesi di formazione della Giunta che sia la più unitaria e rappresentativa possibile. L’infinita sequela dei messaggi di saluto e di felicitazioni, le prime interviste con i giornali. L’impostazione delle prime settimane di lavoro.
Sono trascorse appena poche ore dall’elezione di Noemi Di Segni alla guida dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la prima giornata di lavoro è stata intensa già dal suo inizio.
La priorità, ha confermato la Presidente, in una lunga intervista concessa nella notte di domenica e rilanciata anche nelle prime ore di questa mattina al primo canale della radio italiana, deve essere riservata alla tutela della componente ebraica nell’ambito del quadro della società italiana di oggi. Una forte affermazione identitaria, un chiaro messaggio, proprio da lei, che durante i lavori di Consiglio aveva rivendicato con orgoglio il suo essere una consapevole cittadina italiana pienamente partecipe dei valori e dei problemi nazionali e una ebrea italiana indissolubilmente legata a Israele, che traccia la strada di quello che potrà essere il lavoro dei prossimi mesi. La lunga esperienza degli ebrei italiani, ha spiegato, costituisce un patrimonio al servizio di tutti gli italiani proprio sui temi più avvertiti oggi dall’opinione pubblica: quelli dell’integrazione fra componenti diverse e quelli della sicurezza. Un fattore non può essere sviluppato e difeso senza tenere conto dell’altro, e se la diversità deve ovviamente essere vista come una ricchezza, si tratta di un’energia da vivere nell’ambito delle regole comuni e del rispetto degli ordinamenti comuni di cui gli ebrei da sempre si fanno carico con onore.
No, dunque, alle aperture senza regole, e nessuna tolleranza per chi attacca i capisaldi del vivere civile, perché la sicurezza per gli ebrei nel mondo e per lo Stato ebraico significa un valore universale posto a tutela della libertà di tutti.
Guardando al fronte interno, in questa stagione di lacerazioni e di grandi dibattiti, per gli ebrei italiani nelle intenzioni della Presidente è venuto il momento di riscoprire la stagione della concordia e dell’unità di intenti. Un processo che non deve appiattire le differenze da sempre esistenti nell’ambito della più antica comunità della Diaspora, ma deve combattere soprattutto la tentazione di escludere, di marginalizzare l’interlocutore.
In un lungo messaggio rivolto subito dopo l’elezione agli ebrei italiani, Noemi Di Segni esprimeva i suoi sentimenti di gratitudine e di impegno per l’incarico che le è stato appena conferito. “Con grande commozione mi avvio a ricoprire il ruolo di Presidente dell’Unione. Un profondo ringraziamento a tutti i Consiglieri che nella giornata di ieri hanno contribuito con i loro interventi a definire gli obiettivi comuni e le nostre responsabilità. Forte il confronto e la dialettica. Giusto che sia così”. La sua lettura di un sofferto processo di voto, che l’ha condotta a conquistare la maggioranza qualificata indicata dallo Statuto (la maggioranza assoluta degli aventi diritto) ha significato per lei anche la consapevolezza di aver raccolto il consenso necessario in tutte le 21 Comunità ebraiche italiane che con i loro rappresentanti formano il Consiglio dell’Unione.
“Per affrontare con efficacia – ha indicato la Presidente – gli obiettivi che abbiamo assieme delineato – Identità e formazione ebraica, Sicurezza, Memoria, Assistenza sociale, rapporto con Israele, è fondamentale che vi sia unità, competenza, tenacia, energia e volontà di agire con onestà e spirito di servizio. In vista della prossima riunione di Consiglio, come ho già affermato, mi adopererò con fermezza per formare una Giunta unitaria ed inclusiva. Senza veti, senza preclusioni: una squadra coesa, che si avvii con autorevolezza sul percorso tracciato”.
Il mio impegno – ha proseguito – è essere punto di riferimento per tutti e condividere con tutti (Consiglieri UCEI, Consiglieri delle Comunità e degli enti ebraici, iscritti alle nostre Comunità) le iniziative ed i progetti che auspichiamo veder realizzati. Con la consapevolezza che la rappresentanza dell’ebraismo intero, i rapporti con le Comunità e le istituzioni richiedono impegno quotidiano, fatica e serietà, pragmatismo abbinato ad una visione di medio lungo termine, e soprattutto con la forza di volontà che ha sempre caratterizzato l’agire del nostro Popolo, sono certa che possiamo fare molto”.
Il sigillo posto a conclusione di queste prime, febbrili ore di lavoro, ancora prima che si levi il nuovo giorno è scandito dalle chiare parole della Mishnà Avot: “Hazman Kazar, veHamelchà Meruba”. Il tempo è scarso, il lavoro da compiere è molto…”.
gv
(4 luglio 2016)