Le donne e i valori dell’Ebraismo Il lavoro del presidente Di Segni
“Il ruolo di una donna nel rappresentare l’ebraismo italiano, le sfide della sicurezza, la lotta contro l’antisemitismo, il rapporto tra ebrei e cattolici. Sono alcuni dei punti toccati nella grande intervista che il Corriere della Sera, a firma di Paolo Conti, pubblica oggi a tutta pagina al nuovo presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Una nomina che segna il ritorno di una donna alla guida dell’Unione, dopo la presidenza di Tullia Zevi dal 1983 al 1998. “È un onore confrontarmi con la straordinaria eredità di Tullia Zevi – afferma Di Segni – che ha guidato l’Unione svolgendo un lavoro fondamentale in anni di sfide faticose. Necessariamente diverse da quelle di oggi che hanno come sfondo le nuove tecnologie e il loro uso, l’integrazione, il dramma del lavoro, l’identità europea in crisi”. “Una donna – continua Di Segni – alla presidenza dell’Unione può trasferire il proprio momento familiare a una famiglia più allargata, quella dell’ebraismo italiano, trasmettendo con passione l’affetto per la comunità con spirito di servizio”.
Sul fronte della lotta all’antisemitismo, il nuovo presidente sottolinea come “il pericolo maggiore viene da social media come dimostrano i recenti episodi di terrorismo legati all’Isis, i giovani meno strutturati possono essere attirati dai catalizzatori d’odio che sfruttano debolezze e fragilità”. Scuola ed educazione, sottolinea la presidente, sono la risposta a queste fragilità e “l’ebraismo, per la sua capacità di affrontare il nodo della sicurezza fisica e psicologica, può dare un grande contributo”. Rispetto al dialogo con il mondo cattolico e alle visite di tre pontefici al Tempio Maggiore a Roma, Di Segni ricorda la posizione del suo predecessore Renzo Gattegna e spiega che “è diventato un rapporto tra chi vuole conoscersi tra diversi ma ha molti messaggi comuni da portare. Quelle visite sono state importantissime. Ci sono ancora questioni da affrontare ma guardo con fiducia a un percorso che sta proseguendo molto positivamente”.
Israele, blocca l’incitamento su Facebook. Secondo Gilad Erdan, ministro perla Sicurezza Interna, “Facebook è diventato un mostro. L’incitamento alla violenza, l’odio, le bugie che nutrono i giovani palestinesi sono diffuse dalla piattaforma digitale” e per questo al vaglio del governo c’è una legge che permetta di intervenire in poche ore per bloccare il materiale che incita al razzismo, agli attentati, minaccia la sicurezza dello Stato o quella individuale, racconta il Corriere della Sera. “Lavoriamo regolarmente con organizzazioni che si occupano di sicurezza e policy-maker di tutto il mondo, Israele compreso – la replica di Facebook -. Non c’è spazio per contenuti che promuovono la violenza, minacce, terrorismo o odio sulla nostra piattaforma. Abbiamo stabilito degli standard pensati per aiutare le persone a capire che cosa sia concesso e invitiamo gli utenti a segnalare quando ritengono che un contenuto violi queste regole, in modo da poter esaminare ciascun caso segnalato e agire prontamente”.
Keillah di Livorno, Mosseri alla presidenza. Conferma per Vittorio Mosseri alla presidenza della Comunità ebraica livornese. Dirigente di una multinazionale e neo Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Mosseri ha scelto per sé la delega al Bilancio. Con lui in Consiglio anche il vicepresidente Gianfranco Giachetti (delega al patrimonio mobiliare e immobiliare) e i Consiglieri Franco Levi (servizi sociali e contabilità), Silvia Ottolenghi e Gadiel Polacco (Corriere Fiorentino).
Bangladesh, l’omaggio di Mattarella alle vittime. Sono tornate in Italia le salme delle nove vittime italiane, uccise durante l’attentato terroristico di matrice islamista a Dacca, in Bangladesh. Ad accoglierle il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Corriere). Secondo il ministro della Difesa Roberta Pinotti quanto accaduto a Dacca così come in altre parti del mondo deve portare a una nuova guerra al terrorismo, con nuove strategie e con “un ponte tra Nato e Mosca e un’Europa più integrata” (Corriere).
Il terrorismo islamista senza giustificazioni. Ripreso dal Foglio, l’analista del Wall Street Journal Bret Stephens denuncia come quando “l’obiettivo è Israele, le atrocità dei terroristi sono considerate razionali e quasi giustificabili”. Ma fare queste differenze, sottolinea Stephens, sono sbagliate perché il “terrorismo islamico non ha una ratio”.
E l’incompiuta di Schönberg diventò bestseller. Su Repubblica il racconto di come il compositore, che nel 1933 fugge “dal nazismo” e “si riconverte alla religione ebraica” negli Stati Uniti, non è mai stato soddisfatto del suo “Mosè” che invece si rivelerà un successo planetario.
Daniel Reichel
(6 luglio 2016)