Diario di un soldato – Pensieri
Questa volta ci ho pensato, ci ho pensato davvero. E ho cambiato idea. Mi sono concesso questo piccolo lusso, questo privilegio, il beneficio del dubbio di essermi sbagliato sino ad ora.
Questa volta ci ho pensato, ci ho pensato davvero. E sono arrivato all’amara conclusione che il silenzio della stampa mondiale di fronte alla morte della piccola Hallel non sia poi così oltraggioso, che il lutto, in fondo, sia solamente nostro.
D’altronde, nemmeno io mi sono pronunciato a gran voce quando sono stati infranti diritti umani e compiute terribili stragi in giro per il mondo, nemmeno io ho sventolato bandiere e sono sceso nelle piazze.
In realtà, non provo più alcuna necessità di condividere le mie lacrime con amici dichiarati o nemici secolari, non provo più alcuna soddisfazione nell’essere compianto o consolato.
Anche se con un macigno sul cuore, accetto di buon grado che il destino degli Azzurri sia più importante del conflitto mediorientale. Capisco pure che la crisi economica in Italia, le elezioni in America e i referendum in Inghilterra riscuotino più interesse del terrorismo di matrice islamica.
Comprendo con una smorfia appena accennata che la strage ad Orlando faccia più gola ai media rispetto alla strage a Tel Aviv, che lo shock di Parigi sia più violento della routine a Gerusalemme.
Questa volta ci ho pensato, ci ho pensato davvero. E ho deciso di non condannare più chi ha scelto la via del silenzio, chi si è finto cieco, sordo e muto. Ho deciso di vivere il dolore reprimendo il desiderio di scrollarmelo di dosso, di gettarlo su spalle più forti e disinteressate delle mie. Ho deciso di tollerare di più gli scettici e i malpensanti, gli indifferenti e gli idioti.
Questa volta ci ho pensato, ci ho pensato davvero. E mi sono imposto di imparare ad accettare tutto e tutti, a prescindere dai pensieri formulati e dalle parole soffocate, ma… Gli pseudo ambasciatori della pace, coloro che puntualmente si improvvisano massimi esperti della questione israelo-palestinese, gettando così fango e sentenze nel momento meno opportuno: quelli no, non li ho ancora digeriti.
David Zebuloni
(7 luglio 2016)