“Odio e antisemitismo,
combattiamoli insieme”
“Fatti recenti di cronaca, a partire da quanto accaduto negli scorsi giorni a Fermo, impongono a chiunque abbia una responsabilità istituzionale e di leadership una riflessione ancora più approfondita sulla consistenza di quell’odiosa e terribile minaccia che va sotto il nome di razzismo. Una minaccia che è ancora viva in determinate fasce della nostra società e che si articola in varie forme, tra cui quella storica e radicata da millenni dell’antisemitismo”.
Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto sull’antisemitismo in Italia del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, svoltasi ieri pomeriggio alla Camera dei deputati.
Concetti e riflessioni sviluppati dalla presidente Di Segni anche davanti alle telecamere di Rai Parlamento e che oggi tornano, tra gli altri, sulle pagine di Avvenire. A destare preoccupazione è soprattutto un dato: un italiano su cinque avrebbe pregiudizi, più o meno accentuati, nei confronti degli ebrei. Un fenomeno che risulta particolarmente significativo in rete e sui social network, dove aumentano esponenzialmente le manifestazioni di odio. Un’emergenza che è quindi anche verbale, come rileva la ricercatrice del Cdec Betti Guetta, citata oggi dal quotidiano della CEI:
Organizzato dalla parlamentare del Partito Democratico e presidente dell’Alleanza parlamentare contro l’intolleranza e il razzismo del Consiglio d’Europa Milena Santerini, la conferenza ha visto inoltre la partecipazione di Marilisa D’Amico, presidente di Vox-Osservatorio sui diritti (che ha realizzato una approfondita mappa sulle intolleranze); Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana; Emanuele Fiano, parlamentare Pd e membro della Commissione Affari Costituzionali.
Sulla Stampa, un approfondimento sulle tendenze demografiche delle famiglie israeliane e palestinesi e su come le stesse influenzeranno il futuro della regione. “Oggi – si legge – l’arma demografica è passata dalla parte di Israele. Merito dell’ondata migratoria, soprattutto dall’ex Unione sovietica, negli Anni Novanta. Ma anche del ‘grembo delle israeliane’. Che ora fanno più figli delle palestinesi nella Cisgiordania. Un po’ più di tre bambini a testa contro un po’ meno di tre. Con le famiglie ultraortodosse che hanno addirittura una media di cinque figli per donna”.
Tutto da rifare il bando per i nuovi luoghi di culto a Milano, fra i quali ci sarebbero dovute essere due moschee. La nuova giunta, riporta tra gli altri Repubblica, ieri sera ha ufficialmente comunicato che la legge regionale cancella la possibilità di dar luogo alle procedure avviate. Si infiamma Davide Piccardo, il portavoce del Caim noto per le sue posizioni estreme di odio anti-israeliano: “Basta con le prese in giro”. Dice ancora Piccardo: “Noi abbiamo le nostre sedi. Quel che vogliamo sapere è se c’è la volontà politica di garantire il diritto di culto a una comunità da 100mila fedeli”.
“La migliore soluzione sarebbe quella di demolire l’edificio, ed è una decisione necessaria perché la Repubblica vuole impedire che questa casa diventi un luogo di culto per i nazisti, come è avvenuto in passato”. Così il ministro degli Interni austriaco dopo l’annuncio del prossimo esproprio, da parte del governo di Vienna, della casa natale di Adolf Hitler.
L’edificio risale al sedicesimo secolo, ma è stato rinnovato nell’Ottocento. Una lunga facciata di un giallo ormai sbiadito dall’usura del tempo, scrive il Fatto Quotidiano. Con la proprietaria, frau Gertride Pommer, che incurante delle pressioni dello Stato “si è sempre rifiutata di vendere la casa, accontentandosi di affittarla, a prezzi decisamente salati”. Resistette (in tribunale), pure a una stele in ricordo delle vittime del nazismo.
Afferma l’ex premier Massimo D’Alema in una intervista al Corriere del Mezzogiorno, segnalata in breve dal Fatto Quotidiano: “Non ho mai detto che Renzi è una spia del Mossad. Che Renzi abbia un rapporto speciale con il primo ministro Netanyahu è notorio. Ma è un fatto politico, non spionistico. Che in Lussemburgo ci sia una società in cui i migliori amici di Renzi sono soci di alcuni fondi israeliani, è noto. II che è stato scritto e documentato. Ma ciò, ripeto, non significa che il presidente del Consiglio sia una spia”.
Sottolinea inoltre D’Alema: “Trovo solo un po’ strano il rapporto tra la destra israeliana e l’attuale governo italiano”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(13 luglio 2016)