Theresa May: “La Gran Bretagna
non è la stessa senza gli ebrei”

24CF8CF200000578-0-image-a-47_1421588755966Non sono certo ore prive di impegni queste per Theresa May, nuovo Primo ministro britannico, che nelle scorse ore si è presentata davanti alla regina Elisabetta per ufficializzare l’investitura, dopo le dimissioni di David Cameron. In questo momento di grande pressione, May ha però trovato il tempo ieri di cenare con il rabbino capo del Commonwealth Ephraim Mirvis, nella sua casa londinese, insieme a suo marito Philip e alcuni altri ospiti. A riportarlo è il giornale ebraico inglese The Jewish Chronicle, secondo cui la presenza a questo incontro a porte chiuse, organizzato già da qualche settimana, avrebbe momentaneamente sospeso il lavoro del nuovo Premier nella scelta del nuovo governo e per questo sarebbe stata vista come un “gesto straordinario” da parte della Comunità ebraica. E del resto il presidente del Board of Deputies of British Jews Gillian Merron
aveva già accolto con favore la nomina di May. “È una grande amica della Comunità e, durante il suo incarico di Segretario di Stato per gli affari interni – ha affermato Merron – il Board of Deputies ha avuto un rapporto con lei sempre stretto e molto positivo”.
Deputata del partito conservatore dei Tory, tiepida sostenitrice del ‘Remain’ durante la campagna referendaria per la Brexit e ora favorevole a un’uscita senza troppi strappi ma seguendo la volontà espressa dal popolo britannico, May era Segretario di Stato dal 2010 e secondo Merron negli ultimi sei anni “ha preso posizione, in modo più CST_dinner_for_web efficace della gran parte dei suoi colleghi di Westminster, contro le minacce poste di fronte agli ebrei britannici”. “Auspichiamo che questo rapporto possa proseguire ora che si sposterà al numero 10 di Downing Street – ha aggiunto Merron – e le auguriamo successo nel suo nuovo ruolo in questo momento impegnativo per il nostro paese”. Una relazione serena testimoniata anche dalla solidarietà espressa nei giorni successivi agli attacchi terroristici dello scorso gennaio alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi e all’Hypercacher di Porte de Vincennes, nei quali May era stata anche fotografata tenendo in mano un cartello con scritto “Je suis juif” (nell’immagine in alto, insieme a Eric Jack Pickles, Segretario di Stato per le Comunità e i governi locali).
Nel suo messaggio Merron ha espresso il suo apprezzamento per l’impegno di May per la sicurezza, ricordando alcuni provvedimenti da lei presi come Segretario di Stato per gli Affari interni – tra cui lo stanziamento di 13.4 milioni di sterline per l’intensificazione delle misure di sicurezza preventive – e citando anche varie occasioni in cui May è intervenuta negli ultimi tempi a eventi della Comunità ebraica. Tra questi un intervento a un evento dell’organizzazione per la sicurezza comunitaria Community Security Trust caldamente applaudito (nella seconda immagine, insieme al rav Mirvis e a Gerald Ronson del CST). Un impegno ribadito anche nel corso di un recente evento del movimento giovanile Bnei Akiva svoltosi a Londra in occasione di Yom Haatzmaut, la festa d’indipendenza di Israele, durante la quale aveva espresso il suo dolore per “la tragica storia che il popolo ebraico ha dovuto affrontare per proteggersi contro i ripetuti tentativi di eliminarlo”. In quell’occasione aveva quindi detto di sentirsi “costernata” di fronte alla crescita dell’antisemitismo in Europa e nel Regno Unito, poiché “nessuno dovrebbe vivere nella paura per la sua fede. Molti ebrei in questo paese – aveva proseguito – invece si sentono vulnerabili e impauriti, e non avrei mai pensato di vedere un giorno in cui membri della Comunità ebraica britannica avrebbero detto di essere spaventati di restare a vivere qui”. E rievocando le parole del suo collega Manuel Valls, primo ministro francese, ha concluso: “Consideriamo prezioso il contributo enorme che date alla società… senza gli ebrei la Gran Bretagna non sarebbe la Gran Bretagna”

f.m. twitter @fmatalonmoked

(13 luglio 2016)