…attrezziamoci
“Mamma li turchi”, si diceva un tempo. “Mamma lo turco”, diciamo tutti oggi dopo aver visto le raccapriccianti immagini della reazione di Erdogan al fallito colpo di Stato della settimana scorsa. Una reazione vergognosa, diciamo… alla Egitto di Al Sisi. Oppure… in stile cinese. Condanna, comunque, unanime anche per il tentato golpe in stile ‘900. Una cosa davvero fuori dal tempo, a meno che non avvenga contro i Fratelli Musulmani, in tal caso tutti in piazza a festeggiare. Insomma, al netto dell’orrore che suscitano le immagini della Turchia di questi giorni, ancora una volta si svela la nostra incapacità di decifrare questo mondo sempre più pazzo. Come conclusione, prendo in prestito le parole del filosofo Roberto Esposito apparse in un articolo di oggi. Mi paiono molto azzeccate, come si suol dire: “Ce n’è abbastanza per dire che un intero universo concettuale sta andando in pezzi. Nessuno dei parametri validi fino al secondo Novecento funziona più nella globalizzazione e nella politica della vita e della morte. Dove i corpi umani sono usati come bombe esplosive e il web appare l’unico spazio praticabile del confronto pubblico. Tutto ciò non può non allarmare. Ma, se vogliamo rispondere efficacemente alla sfida in atto, dobbiamo attrezzarci a modificare rapidamente il modo di rapportarci al nostro tempo — di affrontare le sue minacce e di adoperare le sue risorse”.
Davide Assael, ricercatore
(20 luglio 2016)