Europol: “Allarme lupi solitari
ma non sono guidati dall’Isis”

rassegnaSecondo il rapporto dell’Europol, presentato nelle scorse ore, nessuno degli ultimi quattro attentanti terroristici in Europa è stato “pianificato, supportato logisticamente e gestito direttamente dallo Stato islamico”. Non c’è dunque un coinvolgimento diretto dell’Isis nei gesti compiuti dagli attentatori, su cui invece pesa, scrive l’Europol, lo stato di salute mentale: “il 35% dei lupi solitari in azione dal 2010 al 2015 soffriva di disturbi mentali”, riporta La Stampa citando il report. Non ci sono poi “prove concrete che i terroristi usino sistematicamente le rotte dell’immigrazione” per entrare in Europa e i casi sono comunque rari. L’allarme lupi solitari rimane alto ma per l’Europol preoccupa anche l’aumento degli attacchi di matrice nazi-fascista e per la crescente xenofobia. Secondo una ricerca del Pew Research in Italia aumenta intanto la paura: “I rifugiati portano terrorismo sono un peso e commettono reati”, la percezione diffusa nel nostro paese (10 gli stati presi in considerazione dal prestigioso istituto di ricerca americano) in cui sono molto diffusi giudizi negativi negativi nei confronti di musulmani e rom. “Atteggiamenti negativi nei confronti degli ebrei – riporta La Stampa – sono meno diffusi, in media nel 16% dei casi”.

Strage di Nizza, Mattarella accoglie le vittime italiane. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, il governatore Roberto Maroni e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala (che proclamerà un giorno di lutto cittadino quando si svolgeranno i funerali), hanno accolto ieri quattro delle sei vittime italiane dell’attentato terroristico di Nizza, come riporta Leonardo Coen sul Fatto Quotidiano. Coen sottolinea poi il dibattito nato in Francia, ma con riflessi in Italia, sulla necessità di rispondere al terrorismo islamico con un nuovo modello culturale e sociale d’integrazione, diverso da quello d’Oltralpe che “è clamorosamente fallito”.

Modello Israele. Tre approfondimenti sul quotidiano Libero dedicano spazio a Israele e al suo essere un modello a livello internazionale nel contrasto al terrorismo. Tra questi, un’intervista all’ambasciatore israeliano a Roma Naor Gilon, che sottolinea le differenze di investimenti nel settore sicurezza tra Israele e Europa, 6 per cento del Pil la prima, 1,5 la seconda. “Oggi pare che il vecchio continente si trovi di fronte a una minaccia più seria che in passato – afferma Gilon- e pertanto la risposta finanziaria richiede un cambiamento anche nello stanziamento delle risorse nel vecchio continente. Ma spetta alla classe dirigente e ai cittadini europei decidere quale investimento sia sufficiente. Io, ripeto, non sono interessato a dispensare consigli all’Europa”. “Davanti al terrorismo dilagante quali provvedimenti adottare se non quelli che hanno consentito ad Israele di sopportare gli attacchi pressoché quotidiani dei palestinesi?”, scrive il direttore di Libero Vittorio Feltri mentre in un altro articolo si afferma che l’attentato di Nizza in Israele non sarebbe stato possibile. Sul Fatto invece intervista a Ely Karmon, esperto israeliano di controterrorismo. “I Paesi europei – afferma Karmon – devono ingaggiare più agenti e formare unità speciali che si occupino di monitorare i social media dove la propaganda jihadista fa proseliti in particolare tra i giovani”

Bergoglio in visita ad Auschwitz. Come riportato sul notiziario Pagine Ebraiche 24 di ieri, durerà circa due ore la visita di Bergoglio ad Auschwitz-Birkenau, il prossimo 29 luglio. Il papa visiterà molti luoghi, ma non terrà nessun intervento pubblico rivolgendo a tutti i presenti un invito al silenzio. A raccontare il programma del viaggio in Polonia, l’Osservatore Romano.

Milano, immigrazione e criminalità. Smantellata una struttura criminale accusata di lucrare sui viaggi dei migranti e il cui epicentro era la stazione centrale di Milano, racconta il Corriere nel suo dorso milanese. Tredici le persone arrestate, definiti scafisti di terra: “Capi egiziani, manovalanza albanese”, scrive il quotidiano parlando dei componenti della struttura criminale.

La Turchia di Erdogan. Continuano le epurazioni condotte dal presidente turco Erdogan. Bersaglio, tutto il mondo civile e militare considerato ostile e vicino all’avversario politico Gülen. Quest’ultimo, influente imam costretto a riparare negli Usa proprio per l’ostilità di Erdogan, ha milioni di seguaci, spiega Repubblica. Per loro, riporta il quotidiano tratteggiando un ritratto di Gulen, l’imam rappresenta un uomo che crede nella scienza, nel dialogo interreligioso, in una democrazia multipartitica.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(21 luglio 2016)