In ascolto – Collisioni con Elton

Maria Teresa MilanoIl cielo è terso, l’aria fresca e la vista sulle Langhe è davvero mozzafiato. Sono a Barolo, a trenta minuti da casa, stasera c’è il concerto di Elton John nell’ambito di Collisioni. Un amico mi racconta che il baronetto è arrivato nel pomeriggio con il jet privato all’aeroporto di Cuneo-Levaldigi, in aperta campagna, nell’anonimato. In questo paesino che sembra un dipinto ed è conosciuto nel mondo per il suo vino, stasera ci sono 4000 persone; molti sono seduti a terra e ingannano l’attesa mangiando con grande gusto tajarin al ragù e ravioli del plin al sugo d’arrosto, accompagnati da un buon bicchiere di dolcetto o di nebbiolo. Gusti genuini, tipici della Langa. Sui balconi delle case vedo alcuni anziani, sorrido tra me, immagino i loro pensieri, i loro commenti in dialetto piemontese, mentre tutt’intorno si parla tedesco, inglese, olandese, francese.
Alle 21.00 in punto la band prende posto sul palco ed entra lui, Sir Elton John, che ci intrattiene per due ore con un concerto spettacolare, di professionalità assoluta, con arrangiamenti davvero interessanti. Gli artisti sono invecchiati, Nigel Olsson ha ormai i capelli bianchi e con l’abito scuro ha l’aria del distinto uomo d’affari inglese, ma quando prende in mano le bacchette è ineguagliabile. La voce di Elton è più stanca, le mani sul maxischermo tradiscono i segni dell’età, ma tutti e sei hanno talento e un’energia invidiabile e si divertono come ragazzini. Anche il pubblico si diverte e c’è lo spazio per ballare, cantare, emozionarsi, commuoversi ma anche per un istante di silenzio carico di tristezza, quando Elton John dedica parole alle vittime di Nizza, a quell’attentato che lui definisce “barbaric and outrageous”. Sono parole misurate, prive di pietismo, sono parole di speranza, che volano in Don’t let the sun go down on me.
Osservo la gente, di ogni età, che apprezza i brani più recenti e canta insieme a lui i successi degli anni 70 e 80 e alla fine ho la sensazione di aver vissuto un grande momento. E non solo perché sono cresciuta con le canzoni di Elton John.
Ho scritto queste righe di getto, tornando a casa e poi, con piacere, ho ritrovato i miei pensieri e le mie osservazioni nella recensione al concerto pubblicata sul Jerusalem Post e firmata Amy Spiro, all’indomani della performance di Elton John a Tel Aviv. Le stesse parole, incredibile. Nel Yarkon Park erano 40.000, dieci volte tanto quanto eravamo noi ed è probabile che gli israeliani abbiano ingannato l’attesa mangiando qualcosa di più fresco dei ravioli, ma di fatto a migliaia di km di distanza, in società e luoghi assai differenti, abbiamo condiviso la stessa esperienza.
A questo punto posso solo dare la mia parola d’onore che ero davvero presente e che i miei pensieri sul concerto sono davvero miei. In fondo è anche questa la magia della musica…

Maria Teresa Milano

Consiglio d’ascolto: estratti dal concerto a Tel Aviv: