modestia…
C’è da domandarsi perché fosse necessario che l’asina parlasse a Bil’àm. Tutto sommato, era sufficiente che ad un certo punto Bil’àm vedesse l’angelo che ostacolava il loro cammino, e da lì avrebbe avuto modo di sapere che cosa D.o volesse da lui.
Il Kelì Yaqàr spiega così: la cosa serviva perché Bil’àm non si inorgoglisse della sua capacità profetica, perché se quell’asina, che certamente non aveva le qualità per avere una visione e parlare, per il bene d’Israele aveva avuto quella possibilità, il fatto che per lo stesso scopo lui avesse il dono profetico, non lo metteva su un piano superiore a quello del suo animale.
Molte volte la gente si gloria di qualche sua capacità; ma non è detto che sia sempre una virtù reale…
Elia Richetti, rabbino
(21 luglio 2016)