Qui Venezia – Redazione aperta
Shylock e i suoi mille volti

IMG_20160725_172317I diversi e i molteplici volti di Shylock, il rapporto di Shakespeare con la religione, la descrizione di una società complessa, lo sfondo di una città unica. Sono molti gli spunti che Il mercante di Venezia offre a chi lo studia a fondo, come dimostra l’incontro tenutosi ieri in occasione Shakespeare in Venice Summer School. The Shylock Projet. L’iniziativa, alla sua seconda edizione, si svolge in questi giorni alla Fondazione Giorgio Cini, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, ed è uno degli appuntamenti parte del programma di Redazione aperta, il laboratorio giornalistico organizzato dalla redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Trieste e quest’anno anche a Venezia.
La Shakespeare in Venice Summer School è organizzata dal Centro Studi Teatro e Melodramma, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari e con il patrocinio del Comitato per i cinquecento anni del Ghetto di Venezia. Tra i protagonisti dell’incontro di ieri, il ricercatore del Shakespeare Institute dell’Università di Birmingham Paul Edmonson, con un intervento dal titolo “Christianity ” (La cristianità e il Mercante), e il presidente de Shakespeare Birthplace Trust Stanley Wells, intervenuto con una relazione dal titolo “Shylocks”, incentrata sui molti volti del celebre personaggio.
“Analizzare la presenza del mondo e della religione cristiana nel Mercante di Venezia è una questione complessa, poiché si nota immediatamente che nell’opera Shakespeare sembra molto più interessato all’ebraismo che al cristianesimo”, ha osservato Edmonson. In realtà, ha però spiegato, esistono anche molti simboli tipici del cristianesimo, come ad esempio la lettura dell’ebreo come “incarnazione del demonio”, che sono frutto di una società come quella inglese dell’epoca in cui gli ebrei erano in vari modi perseguitati e posti ai margini della società. Nel complesso tuttavia, lo sguardo critico di Shakespeare secondo Edmonson “non passa attraverso le lenti dell’ebraismo o del cristianesimo, e dunque non è né antisemita né anticristiano, bensì attraverso quello della religione in generale. E a unire tutto c’è Venezia, una città profondamente cristiana, profondamente ebraica, e – la conclusione dello studioso – profondamente vulnerabile”.
Ma nell’analizzare il ruolo della religione all’interno del Mercante di Venezia non si può prescindere dal personaggio di Shylock, anzi “degli Shylock”, come ha voluto mettere in luce Wells con il titolo del suo intervento. Lo studioso ha analizzato tutti i modi in cui nel tempo è stato portato in scena il personaggio, frutto a loro volta delle varie facce “dell’ebreo così come Shakespeare lo disegnava, oggetto di molte interpretazioni e anche distorsioni”. Il celebre drammaturgo conosceva gli ebrei non solo attraverso la Bibbia e la lettura delle opere di Giuseppe Flavio, ha spiegato, ma anche attraverso l’iconografia e i suoi luoghi comuni, e dunque sapeva per esempio che erano rappresentati con i capelli e la barba rossi, e così lo fece rappresentare in scena. Passando in rassegna varie rappresentazioni successive, Wells ha dunque concluso che “dall’epoca di Shakespeare sono rimaste intatti due elementi: l’estrema crudeltà di Shylock l’ebreo, ma allo stesso tempo il fatto che nel Mercante ci sia una critica più forte nei confronti del cristianesimo che dell’ebraismo”.

Francesca Matalon

(26 luglio 2016)