Italia e foreign fighters, la rete dell’aspirante jihadista espulso
Farooq Aftab, il pachistano di Vaprio d’Adda espulso ieri per aver sposato l’ideologia dell’Isis, aveva legami con un albanese già allontanato dall’Italia: Ibdrahim Bledar, in contatto con il gruppo di Maria Giulia Sergio, la convertita all’Islam che si è arruolata tra le fila del Califfato. Una rete su cui, spiega il Corriere Milano, gli investigatori stanno indagando. L’uomo espulso, continua il quotidiano, dalla metà dello scorso anno “era profondamente cambiato, con larga probabilità su aiuto di un ‘innesco’, qualcheduno che ha intercettato un suo malessere o un desiderio di uscire dall’anonimato e che l’ha convogliato verso il Jihad”. Questo innesco non è ancora stato trovato. A volte, spiegano gli esperti di Anti-terrorismo, i reclutatori individuano pedine funzionali alla strategia e mettono in collegamento le une e le altre.
Libia, raid aereo Usa sull’Isis. Su richiesta del governo di Tripoli guidato da Serraj, caccia americani sono intervenuti in Libia, bombardando la città di Sirte e gli avamposti dei miliziani dell’Isis. “Con l’appoggio dell’areonautica americana, Serraj e le sue milizie ( innanzitutto i soldati di Misurata) diventano sempre più il “governo legittimo” di Libia, in questa lunga battaglia contro Daesh”, riporta Repubblica. Il governo italiano, per bocca del suo ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, dichiara di essere stato avvisato dell’operazione e si prepara a un possibile intervento diretto: “Basi, caccia e uomini anche l’Italia si prepara alla campagna aerea”, titola Repubblica. Il comando Usa, intanto, ha già fatto sapere che i raid in Libia andranno avanti e dunque sarà necessario poter contare su altri luoghi di decollo, tra cui la base italiana di Sigonella, riporta il Corriere. Riguardo all’impegno Usa nel Nord Africa, La Stampa intervista il braccio destro di Hillary Clinton, Jake Sullivan, secondo cui “quello che il presidente Obama ha fatto e sta facendo in Libia non è pienamente conosciuto, e apprezzato. La combinazione delle politiche attuate dalla sua amministrazione in quel Paese coincide con le posizioni su cui si trova Clinton, che intende continuarle ed espanderle”.
L’anniversario della strage di Bologna. “Era un 2 agosto come oggi, esattamente 36 anni fa, quando Bologna, e la sua stazione, furono squassate da un’esplosione: 85 morti, oltre 200 feriti, una ferita mai sanata per la città e per il Paese. Una bomba per colpire al cuore la nostra vita, le nostre vacanze, i nostri affetti”, racconta Carlo Lucarelli su La Repubblica, ricordando l’attentato di cui ancora non sono chiari i responsabili e parlando di “una scia di misteri che porta alla P2”.
Anpi Bologna: “Giusto lo stop ai gadget fascisti”. Riceve l’appoggio dell’Anpi bolognese l’iniziativa della Regione Emilia Romagna di estendere il reato di apologia del fascismo anche alla vendita di gadget del regime fascista. “I punti vendita di questi oggetti diventano momenti aggregativi di un nuovo fascismo”, denuncia la coordinatrice dell’Anpi Emilia Romagna, Anna Cocchi (Repubblica Bologna).
Imam e chiese. Polemiche a Roma per l’assenza all’iniziativa di solidarietà di domenica, in cui migliaia di musulmani si sono recati nelle chiese italiane per dire il loro no al terrorismo, dell’imam della Grande Moschea Salah Ramadan e per la posizione presa dal portavoce della moschea stessa, Omar Camiletti. Quest’ultimo, spiega il Corriere, aveva dichiarato la sua contrarietà all’iniziativa nelle chiese – “perché solo di facciata” – in contrasto con l’adesione ufficiale della Grande Moschea di Roma arrivata dal segretario generale Redouane. Al Corriere parla anche Tareq Oubrou, nato in Ma rocco e rettore della moschea Al-Hudâ di Bordeaux, secondo cui “l’Islam deve adattarsi al pensiero occidentale Non c’è posto per la sharia”.
Daniel Reichel
(2 agosto 2016)