Venezia, gli ebrei e l’Europa
Continuano le viste alla mostra intitolata “Venezia, gli ebrei e l’Europa”, a cura di Donatella Calabi, in corso a Palazzo Ducale fino al 13 novembre. Una grande esposizione che fa parte dei molti eventi che segnano la stagione culturale del cinquecentenario del Ghetto di Venezia, a cui è dedicato il dossier del numero di Pagine Ebraiche di agosto, attualmente in distribuzione. In un percorso che inizia prima dell’istituzione del ghetto e finisce dopo l’emancipazione, coprendo più di cinque secoli di storia ebraica, si descrive al pubblico la storia della presenza ebraica nella città lagunare attraverso documenti originali, tra cui libri, fotografie, disegni d’archivio, e dipinti, affiancati da dispositivi multimediali. ”Venezia deve essere guardata come luogo di pluralismo e questo ci insegna la storia lunga del ghetto di Venezia, la cui istituzione rivela una volontà, giusta o sbagliata che fosse, di organizzazione della città”, ha sottolineato la curatrice nella grande intervista rilasciata a Pagine Ebraiche. “Gli stranieri, le minoranze, erano necessari alla crescita della Repubblica, e Venezia ha trovato le sue risposte per far convivere nello stesso spazio esigenze diverse”.
“Abbiamo voluto trovare un modo per rivolgerci a tutti, anche ai non esperti e in queste prime settimane di apertura ho visto il pubblico interagire con i dispositivi della mostra, tra cui anche molti bambini, e questo può considerarsi un vero successo”, ha spiegato Calabi in occasione della visita della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, insieme tra gli altri al presidente della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni.
(Foto di Giovanni Montenero)