Infiltrati in 1300 luoghi sensibili L’Italia si difende dal terrorismo
Il servizio di controspionaggio tiene sotto controllo, attraverso infiltrati, 1.300 luoghi considerati sensibili (erano poco meno di 300 un anno fa) sul fronte della minaccia terroristica islamista. Questo, racconta Repubblica, quanto emerso nell’incontro tra i vertici della sicurezza italiana per fare il quadro sulle strategie antiterrorismo. Sotto controllo, “non più e non solo le moschee ufficiali, i luoghi di culto clandestino, i ritrovi tradizionali delle comunità islamiche. Ma le periferie delle grandi città, i mercati, la piccola criminalità, i trafficanti di clandestini, i cambiavalute, i money transfer, gli internet point”. E intanto dalle indagini emerge che il pachistano espulso nelle scorse ore dall’Italia perché considerato legato all’Isis, voleva colpire l’aeroporto di Orio Al Serio (Bergamo). Intercettato da diversi mesi, racconta il Corriere, l’uomo aveva dichiarato al telefono di voler colpire il terzo scalo italiano in cui transitano più di 10 milioni di persone.
L’intervento americano in Libia e l’Italia. Se i prossimi raid Usa partiranno da Sigonella o da Aviano”, crescerà il rischio terrorismo in Italia. A scriverlo, Franco Venturini (Corriere) analizzando il recente intervento in Libia degli Stati Uniti, che nelle scorse ore hanno iniziato a bombardare alcune postazioni dell’Isis nel Paese. Secondo Venturini, il rischio di questa azione (che dovrebbe durare un mese e ha il beneplacito di diverse potenze europee) è di spaccare ancora di più il paese. L’Italia intanto ha messo a disposizione le proprie basi militari, spiega Repubblica, ed è pronta ad intervenire. Ma su questo punto, sulla partecipazione italiana in azioni militari, Furio Colombo dalle colonne del Fatto Quotidiano chiede al governo maggiore chiarezza perché l’opinione pubblica possa capire l’entità dell’intervento.
Diari segreti di un feroce aguzzino. La tedesca Bild ha reso in parte pubbliche le agende del capo delle SS e organizzatore della Shoah, Heinrich Himmler, relative agli anni 1938, 1943 e 1944. Oltre mille pagine da cui emerge, riporta La Stampa, da cui emerge il profilo di un feroce e cinico aguzzino che nel corso del tempo aveva cercato di estendere la sua influenza all’interno della Germania nazista, incontrando più volte tra gli altri Mussolini. In questi scritti si fa riferimento anche a un’ispezione voluta da Himmler delle camere a gas del campo di sterminio di Sobibor, con 400 donne fatte arrivare apposta per la dimostrazione.
Il “perdonismo” italiano per le donne di Salò. Si intitola Fasciste d’Italia (Laterza) il libro della studiosa Cecilia Nubola, dedicato alle donne che dopo l’8 settembre 1943 aderirono alla Repubblica di Mussolini e che nel dopoguerra furono graziate dalla giustizia. Il volume infatti risponde all’interrogativo, scrive Corrado Stajano sul Corriere, su cosa sia “accaduto a quelle donne responsabili di efferati delitti, stragi, torture, saccheggi, ignobili cacciatrici di ebrei, spie dei compaesani della casa accanto, nei villaggi più che nelle città, ladre, avide di soldi e di beni? Diventarono, neppure dieci anni dopo, ma anche assai prima, vittime, perseguitate politiche e se la cavarono a buon mercato”.
In migliaia per il parroco di Saint-Etienne-du-Rouvray. “Una folla di duemila fedeli ha assistito ieri nella cattedrale di Rouen ai funerali di padre Jacques Hamel, il parroco di Saint-Etienne-du-Rouvray, trucidato da due giovani affiliati all’Isis. Alla funzione hanno partecipato cristiani, ebrei, musulmani, riuniti proprio come accaduto nelle messe interreligiose di domenica, riportano Corriere e L’Osservatore Romano. Quest’ultimo riprende anche un’editoriale pubblicato sul tema dalla storica Anna Foa sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24.
Le dimenticanze dei musulmani di Francia. Alcuni intellettuali e leader musulmani francesi hanno pubblicato ieri un appello sul Journal du Dimanche sotto il titolo: “Noi, musulmani francesi, siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità”, elencando alcuni degli attentati terroristici che hanno colpito la Francia. Ma “Se siete pronti ad assumervi le vostre responsabilità, avete iniziato male”, la denuncia di Robert Ejnes, direttore esecutivo dell’Unione delle comunità ebraiche francesi, rimarcando come in questo appello non ci sia nessun riferimento all’Hypercasher o a Tolosa (Il Foglio).
Erdogan minaccia l’Italia. Intervistato da una giornalista di rainews, il presidente turco Erdogan minaccia l’Italia e chiede di lasciare in pace il figlio – trasferitosi a Bologna – su cui è in corso un’inchiesta della magistratura. “I giudici rispondono alla Costituzione italiana non al presidente turco. Chiamiamo questo sistema Stato di diritto e ne siamo fieri”, la risposta del Premier Renzi (Fatto Quotidiano).
L’oleodotto Ashkelon-Eilat. In Israele è in corso un’inchiesta per accertare le responsabilità del disastro ambientale che lo scorso anno aveva colpito il sud del Paese, con cinque milioni di litri di petrolio riversati sul terreno per un danno all’oleodotto tra Ashkelon ed Eilat. A raccontare la situazione il Corriere della Sera, che racconta anche del contenzioso su questo oleodotto – di cui sono segreti i nomi dei manager – tra Israele e l’Iran: al tempo dello scià infatti Teheran aveva aiutato Gerusalemme a costruire l’infrastruttura ma con la rivoluzione islamica ogni rapporto è ovviamente saltato. Ora Teheran, che invoca la distruzione d’Israele, vorrebbe attraverso la giustizia internazionale ottenere un risarcimento da Israele per mancati introiti.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked