In ascolto – A Weimar

milano“Una comunità che apprende, non un centro commerciale”, è uno degli slogan del Yiddish Summer Festival di Weimar, la deliziosa città di Goethe e Schiller, con le sue piazzette, gli edifici in stile Bauhaus, i castelli, i parchi e la splendida biblioteca della granduchessa Amalia.
Era il 1999, quando Alan Bern, attuale direttore artistico fu invitato insieme al suo gruppo Brave Old World a tenere a Weimar un seminario di musica yiddish e nel corso di questi anni grazie alla passione e all’impegno di docenti, studenti e artisti ma anche sulla spinta dell’entusiasmo crescente del pubblico, quel week end di studi si è trasformato in un evento davvero unico che dura di fatto un mese intero, anche se il focus è la cosiddetta Festival Week, che quest’anno va dall’1 al 6 agosto. Il progetto è cambiato, ma il pensiero di base è rimasto lo stesso, quello di Alan Berg: creare una comunità interculturale in cui la gente, di ogni età e background, possa trovare il suo spazio, il suo momento di crescita musicale e culturale, attraverso la musica strumentale e vocale e la danza. La filosofia del festival considera le tradizioni come espressioni di processi interculturali e non oggetti congelati nel tempo. Interessante anche l’approccio didattico, che unisce diversi metodi di apprendimento – intuitivo, emotivo, intellettivo, pratico e teorico – per cui ogni partecipante può scoprire quali sono le proprie potenzialità ed eventualmente, i percorsi da seguire. In effetti c’è spazio anche per i più piccoli e addirittura momenti di performance per le famiglie.
L’edizione 2016 dedica uno spazio importante a Venezia, al Bovo Bukh di Elia Levita (1507), quale esempio del secolare legame tra la cultura yiddish e quella europea. Il concerto di apertura è affidato al gruppo Voices of Ashkenaz, che nasce da un’idea del ricercatore e musicista tedesco Andreas Schmitges e vede la partecipazione di Michael Alpert, uno dei nomi più importanti della musica yiddish nel mondo, un cantante polistrumentista che nel 2015 ha ricevuto il National Endowment for the Arts Fellowship. Michael Alpert è stato una figura chiave nel processo di rinascita della musica ebraica dell’est Europa negli anni ’70. Nasce nel 1954 a Los Angeles; il padre era immigrato dalla Lituania mentre la madre era nata a Boston da ebrei originari dell’Ucraina. In casa si cantava in yiddish, russo e polacco e si raccontavano le storie della Vecchia Europa. Nel 1979 Michael fonda la band klezmer Kapelye e inizia così il suo intenso percorso come ricercatore e studioso ma anche come performer.
Davvero interessante questo festival di Weimar, che è “un festival di musica e cultura, ma soprattutto è la possibilità di sfidare confini, esplorare connessioni e crescere attraverso gli incontri con gli altri e con se stessi”.

Maria Teresa Milano

Consiglio di ascolto:

(4 agosto 2016)