La paura, il pericolo
Per quanto sia inquietante sapere che fino a pochi giorni fa trascorrevo le mie giornate vicino al luogo dell’attentato a Londra lo è ancora di più sapere che un posto apparentemente tranquillo, frequentato perlopiù da studenti per i loro corsi estivi o gli esami di recupero, possa improvvisamente trasformarsi nel luogo dell’Orrore.
Di nuovo, oggi la chiamano “follia”. Lo trovo paradossale. La ricerca affannosa della definizione del Male come qualcosa di insano è pleonastico. Come se i crimini efferati compiuti nella storia dell’umanità fossero mai stati frutto di un pensiero integro. Lo spettro che origina questa follia che si aggira sull’Europa (e su una buona parte del mondo) è lo stesso che guidò la mano degli sterminii del 20esimo secolo. È la stessa mano che sparse sangue sulla civiltà.
La paura ci attanaglia e definire l’incomprensibile un atto di follia ci aiuta a gestirla. Ma attenzione a non banalizzarla.
“La paura ingrossa il pericolo”, recita un vecchio adagio.
Eva Ruth Palmieri
(4 agosto 2016)