DafDaf verso Rio
Ebraismo a passo di Samba
Che gli ebrei brasiliani sappiano ballare la samba, l’allegro ballo tipico del loro paese, lo si può constatare anche senza volare fino all’altro capo del mondo. A Tel Aviv infatti nei giorni in cui si svolge il famoso carnevale sono tanti i brasiliani che scendono in strada muovendosi a ritmo di musica latina! Del resto, lì in patria, gli ebrei sono tanti – le comunità sono circa un centinaio – e si calcola arrivino a 120 mila, per la maggior parte tra San Paolo e Rio de Janeiro. E sono molto ben integrati, con alle spalle una storia lunga e complessa.
In un certo senso si può proprio dire che gli ebrei abbiano scoperto l’America: i primi sono arrivati con Cristoforo Colombo! Erano membri dell’equipaggio delle sue Caravelle, e si dice che il primo a mettere piede sul nuovo continente sia stato un certo Luis de Torres, di cui in una delle sue lettere Colombo dice che era ebreo e parlava ebraico e arabo. E così in Brasile gli ebrei sono già arrivati dal Portogallo all’inizio del Cinquecento, principalmente in fuga dall’Inquisizione, passando prima dai Paesi Bassi, dove c’era maggiore libertà religiosa e che in quel periodo stavano colonizzando il Brasile. La presenza ebraica brasiliana è la più antica di tutte oltreoceano, visto che la prima sinagoga di tutte le Americhe fu costruita nel 1636 a Recife, nel nord del Brasile.
Dopo la prima costituzione del Brasile, datata 1824, che garantiva la libertà religiosa, gli ebrei cominciarono ad arrivare in numeri ancora maggiori da tutto il mondo. Per esempio dal Marocco, ma anche dalla Russia e dalla Polonia, dove erano perseguitati ai primi del Novecento, e poi negli anni della Seconda guerra mondiale un po’ da tutta Europa, e infine dagli anni Cinquanta del ‘900 un’altra ondata di immigrazione portò tanti ebrei anche dal Nord Africa. E oggi queste etnie diverse convivono ancora tutte, facendo di quella brasiliana la nona Comunità ebraica più grande al mondo!
Oggi a Rio si possono visitare tra le altre cose la grande sinagoga costruita nel 1932 con i suoi colorati mosaici composti nel 1976 dall’artista Humberto Cozzo, e il Museo ebraico, aperto un anno dopo, per raccontare più nel dettaglio la storia qua brevemente sintetizzata!
Lo sapevi che…
Molti conoscono Vasco da Gama, l’esploratore portoghese che fu il primo europeo a navigare direttamente fino in India doppiando Capo di Buona Speranza, in Sudafrica. Meno conosciuto è invece Gaspar da Gama, che decise di chiamarsi così per rendergli omaggio dopo che Vasco lo trovò con sorpresa proprio in India, unico uomo di carnagione bianca a fare da consigliere ai governatori del luogo. Inizialmente pensò che fosse una spia e stava per farlo torturare, ma poi pensò che potesse tornargli utile avere con sé qualcuno che parlasse le lingue locali, così decise di farlo tornare con lui in India. Ecco, Gaspar era ebreo, e gli storici sono concordi nel credere che venisse dalla Yugoslavia. Ma cosa c’entra con il Brasile, vi starete chiedendo? Ebbene, una volta a Lisbona Gaspar da Gama ebbe un grande successo raccontando a molti – tra cui, si dice, il re del Portogallo in persona – le storie straordinarie che provenivano dalla lontana e meravigliosa India. Poi nel Cinquecento, quando gli spagnoli e i portoghesi capirono finalmente che il mondo è rotondo, si dissero che forse Vasco da Gama aveva fatto troppa fatica a passare dal Sudafrica per raggiungerla e così prima che Magellano ci riuscisse nel 1520 si cominciarono a cercare nuove rotte da ovest. Tra quelli che ci provarono fu nel 1500 anche Pedro Alvares Cabral, e indovinate chi lo accompagnava come interprete? Esatto, proprio Gaspar da Gama! Quando poi raggiunsero la terra che si sarebbe un giorno chiamata Brasile (al posto dell’India naturalmente), gli esploratori pensavano inizialmente di essere arrivati su un’isola enorme. Il primo a mettervi piede fu proprio il nostro Gaspar… ma purtroppo la sua conoscenza dei dialetti indiani non si rivelò molto utile!
Lo sapevi che…
I brasiliani sanno bene come far festa, e questa è cosa nota – e stando lì per così tanto tempo naturalmente hanno imparato anche gli ebrei. Il famoso carnevale – che se un tempo era una festa cristiana oggi è davvero la festa nazionale di tutti – è infatti oggi un gran miscuglio di culture, poiché ha subito tante influenze di tutti quelli che nel tempo sono arrivati nel paese, dagli africani, agli indiani d’America… agli ebrei! A Rio, diverse generazioni fa, la partecipazione ebraica al carnevale avveniva in un luogo preciso, la Yiddish Avenid, un soprannome per la zona della città dove risiedeva la gran parte degli ebrei immigrati dall’Europa dell’Est nel Novecento. Lì, gli ebrei scambiavano le tradizioni musicali kletzmer e in generale europee con quelle dei loro vicini brasiliani, dando vita a melodie tutte nuove! Grande protagonista del carnevale di Rio è poi la maestosa parata, e c’è addirittura una giuria che decreta i vincitori ogni anno. Nel 2003 la scuola di samba Mangueira ha vinto il secondo posto per aver rappresentato la storia dei Dieci Comandamenti, presentando tra le altre cose una stella di David gonfiabile e costumi che includevano cernecchi, tefillin, piccoli rotoli della Torah e sevivon!
da DafDaf 71, agosto 2016
(5 agosto 2016)