Europa, complice silenziosa

bassanoMercoledì a Berlino centinaia di persone hanno manifestato per ricordare il massacro che gli yazidi hanno subito nell’agosto del 2014 sulle montagne del Sinjar da parte dei miliziani del Daesh. Contemporaneamente con cartelloni riempiti di fotografie e richieste d’aiuto manifestavano anche gli yazidi ancora bloccati nei campi profughi greci, come quello di Petra, nei pressi del Monte Olimpo. A Nea Kavala, un altro campo che provai a visitare in Aprile, 450 yazidi sono stati costretti a lasciare il luogo a causa di attacchi da parte di gruppi di musulmani radicali, come loro ospiti del campo. Analogo episodio sarebbe accaduto in un campo profughi in Iraq, dove alcune tende sono state bruciate dai jihadisti. La tragedia di coloro che fuggono dal Daesh continua di fronte ai nostri occhi, alle nostre porte. La stessa Europa che accettò, chiuse le proprie frontiere, e si mantenne silenziosa di fronte al nazifascismo e allo sterminio di politici, ebrei, omosessuali e zigani nel XX secolo, sta ripetendo lo stesso copione nei confronti del Daesh e nell’indifferenza delle richieste di asilo dei perseguitati dallo Stato islamico. Nessun regime può essere comparato ad un altro, così come nessun genocidio, ma quando nel Giorno della Memoria i nostri governi sostengono con retorica il “never again”, riflettano che in verità quel “never again”, sotto altre forme, sta accadendo ancora una volta, e rispetto ai loro predecessori, hanno, abbiamo, agito nel medesimo disinteresse. Oggi come allora, come scrisse Albert Einstein, “rimanere in silenzio, significa essere colpevoli di complicità”.

Francesco Moises Bassano

(5 agosto 2016)