Belgio, torna l’incubo jihad

rassegnaNel pomeriggio di ieri, intorno alle 16, un uomo ha attaccato a colpi di machete due poliziotte a Charleroi, cittadina a sud di Bruxelles. L’attentatore, ucciso da una terza agente, prima di colpire ha urlato Allah Akbar. Le autorità belghe, riporta il Corriere, indagano per capire se si tratti di un attacco dei cosiddetti lupi solitari o se fosse un attentato pianificato da lontano. La Stampa spiega invece come Charleroi sia diventata una culla di foreign fighters e base del terrorismo dell’Isis in Europa: “e qui che Amedy Coulibaly ha comprato le sue armi, utilizzate nell’assalto al supermercato Hyper Cacher di Parigi due giorni dopo la strage di Charlie Hebdo”. E sempre a Charleroi sono stati arrestati negli scorsi mesi uomini di una cellula jihadista che “stava progettando un attentato contro gli ebrei a Parigi subito dopo le stragi del 13 novembre scorso”. Ma è tutto il Belgio, in particolare Bruxelles ad essere “una fucina di Jihadisti”, scrive Repubblica: da qui sono partiti tra 400 e 500 foreign fighters, il numero più alto tra i paesi europei in proporzione alla popolazione.

Bloccare i finanziamenti islamisti. Secondo la procura antimafia italiana “I principali attentati di matrice islamica sono stati preceduti da invio di denaro agli esecutori materiali”. Sotto controllo dunque tutto il sistema dei money transfer, spiega la Stampa, ma i jihadisti si finanziano anche in altri modi come ha accertato, ad esempio, il Nucleo di polizia tributaria di Torino con l’operazione ‘Araba fenice’, che nei mesi scorsi – riporta il quotidiano torinese – ha portato a galla un giro d’affari da 70 milioni di euro legato all’acquisto di macchinari agricoli usati, riferito a soggetti in contatto con Hezbollah e considerati vicini ad altre organizzazioni terroristiche quali Jamaa Al Islamya”.

“Musulmani, denunciate i jihadisti”. L’appello del ministro Angelino Alfano che, intervistato dal Messaggero, sottolinea come in Italia ci sia una buona collaborazione tra le autorità e le comunità islamiche ma queste ultime “faticano ancora ad avere un atteggiamento di assoluta intransigenza” nei confronti dei radicalisti. Alfano poi risponde alle critiche del vicepresidente della Camera Di Maio secondo cui aver messo a disposizione degli Usa le basi per attaccare la Libia (e Sirte in particolare, l’ultimo avamposto dell’Isis nel Paese, scrive il Corriere raccontando la roccaforte islamista): “Noi- afferma Alfano – lavoriamo per prevenire il rischio, il livello di attenzione è altissimo, l’azione di prevenzione efficace e i 5Stelle non sono grandi maestri in politica estera e di sicurezza, se consideriamo le performance di Di Battista sulla Nigeria e Boko Hamm, e i discutibili contenuti delle missioni in Israele e Palestina dello stesso Di Maio”.

Rio, lo spirito olimpico manca ai libanesi. La delegazione olimpica libanese ha impedito con la forza alla delegazione israeliana di salire su di un bus diretto allo stadio Maracanà. A raccontare l’episodio, il velista israeliano Udi Gal che sui social scrive: “è successo che ci siamo trovati a dividere il bus con i libanesi, ma quando se ne sono resi conto non ci hanno fatto salire” (Gazzetta dello Sport). “I vertici del Comitato olimpico – scrive Gianni Riotta nel suo editoriale in prima su La Stampa dedicato alle Olimpiadi in corso a Rio – provano a far passare il brutto caso sotto silenzio, ma Gal posta tutto nella sua pagina Facebook. Giusto in tempo per scoprire che Facebook ha dimenticato di inserire la bandiera di Israele tra gli emoji dei Giochi, salvo far imbarazzata retromarcia di fronte alle proteste”.

Rivoluzione nel kibbutz Kerem Shalom. In una riunione degli abitanti di Keren Shalom, kibbutz che s’infila nell’angolo tra Israele, Egitto e la Striscia di Gaza, è stato deciso di cambiare “lo statuto e trasformarsi da compagni in soci: stipendi differenziati, case e terreni a prezzi (quasi) di mercato, apertura verso chi lavora fuori e vuole vivere qui senza dover condividere le mansioni o i guadagni”, racconta il Corriere.

Venezia, gli ebrei e l’Europa. Spazio sul Corriere Lettura alla mostra curata da Donatella Calabi, esposta fino al 13 novembre a Palazzo Ducale a Venezia, e dedicata ai 500 anni del Ghetto. “Non è solo un’indagine su uno spicchio di città nel sestriere di Cannaregio, che conta alcune delle più belle sinagoghe d’Europa, ma la ricostruzione di un intero ambiente culturale, quello della Serenissima dal Rinascimento alla modernità, dei continui scambi culturali (linguaggio, artigianato, costumi) con la comunità ebraica. ‘Una vicenda di permeabilità’ scrive Calabi”.

Il poligamo Piccardo. “Sala celebra le unioni tra coppie di fatto? Se è solo una questione di diritti civili , anche la poligamia lo è. Lo Stato regolamenti le nozze plurime”. Una rivendicazione, riporta il Corriere, che ha il sapore della provocazione, quella firmata su Facebook da Hamza Piccardo, fondatore dell’Unione delle comunità islamiche (Ucoii) e padre di Davide, portavoce del Coordinamento d elle associazioni islamiche milanesi (Caim). Alle polemiche che ne sono seguite ha risposto il sindaco Sala: “È ora di finirla di attribuire chissà quale vicinanza mia e della mia giunta a Piccardo. Personalmente condivido molto poco del suo pensiero, certamente non le recenti dichiarazioni sulla poligamia. Con il mondo islamico come con ogni comunità della nostra città si dialoga, ma io non ho certo un rapporto privilegiato con il signor Piccardo, proprio no”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked