…debolezza
Più che una prova di forza, l’incontro fra Erdogan e Putin, fino a ieri agli stracci in faccia, mi pare una grande manifestazione di debolezza. Troppe le differenze su moltissimi dossier, troppe le contraddizioni di un Paese della Nato, che si avvicina fino a questo punto ad una Russia in cerca di alleati per prepararsi ad una probabile (ad oggi) presidenza Clinton. Troppa l’ambizione di poter ricattare gli USA e anche questa debolissima UE non è così facile da mettere all’angolo con tutti i legami commerciali da cui la Turchia dipende. Un effetto beffardo, però, questo embrione di alleanza lo sta ottenendo: dopo aver promosso il ritorno dell’Iran nella diplomazia internazionale, Obama rischia di aver favorito un fronte Turchia-Russia e, appunto, Iran, che gli si contrapporrebbe in modo netto. Divertente anche la sorte di Bibi, che di recente ha tessuto gli elogi della propria politica estera: dopo essersi alleato col diavolo (sauditi in testa, ma anche Russia e Turchia) in funzione anti Iran, ora si trova dalla stessa parte degli Ayatollah. Quando si dice, non so più che pesci pigliare.
Davide Assael, ricercatore
(10 agosto 2016)