L’ex direttore di Charlie Hebdo
“Terrorismo nei luoghi ebraici,
l’Islam francese sia esplicito”
“Risposta di un francese non musulmano e non ebreo all’appello dei 41”. Il francese non musulmano e non ebreo è Philippe Val, ex direttore di Charlie Hebdo e del canale radiofonico France Inter. I 41 a cui risponde sono il gruppo di personalità francesi musulmane, facenti parte sia della società civile che delle istituzioni, che hanno firmato un testo pubblicato domenica scorsa sul settimanale Journal du Dimanche, intitolato “Noi, francesi e musulmani, siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità”. Una presa di coscienza e un riconoscimento della matrice islamica del terrorismo che nell’ultimo periodo ha tanto violentemente colpito il paese. I firmatari citano gli attentati più recenti, da Charlie Hebdo a Saint-Etienne-du-Rouvray, senza però alcun riferimento all’Hypercacher o all’attacco alla scuola ebraica di Tolosa del 2012. Assenze pesanti, che non sono sfuggite al mondo ebraico, che ha dovuto rispondere duramente ai firmatari dell’appello. Al coro si è unito dunque anche Val, che sulle pagine del numero successivo del JDD li ha accusari di aver “condannato voi stessi e buttato al vento il vostro gesto, fin dalle prime righe del vostro appello. Nella vostra strana lista di vittime del terrorismo, avete omesso gli ebrei, tra i primi obiettivi del terrorismo e ai primi posti tra le vittime da esso designate“. “Amici miei, ci tengo a dirvelo“, scrive quindi Val. “Non accetteremo mai dei tali ‘compromessi’ linguistici, che non sono altro che un muto permesso concesso ai futuri criminali antisemiti“.
“Questa dimenticanza rappresenta un affronto alla memoria delle otto vittime dei due attentati dell’Hypercacher e di Tolosa, che sono state prese di mira dal terrorismo in quanto ebrei”, aveva prontamente dichiarato il presidente del Conseil Représentatif des Intitution Juives Francis Khalifat dopo la pubblicazione dell’editoriale. “Ma al di là di questo – ha proseguito – la memoria selettiva impedisce soprattutto di comprendere tutte le dimensioni del terrorismo islamista con quali la Francia deve confrontarsi oggi”. Ha concordato il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia, il quale aveva affermato di aver parlato direttamente con alcuni dei firmatari per “renderli partecipi della ferita mia e di tutta la comunità ebraica”.
Entrambi, così come Vals, hanno riconosciuto il valore dell’intento degli autori, poiché come nota l’ex direttore di Charlie Hebdo, essi costituiscono “la prima voce che, a suo rischio e pericolo, osa riconoscere che l’Islam conosce in sé una crisi profonda. Accettate di guardare in faccia la realà – prosegue rivolgendosi ai firmatari – per constatare ciò che molti fingono di ignorare, sapendo invece che la radicalizzazione islamica, al cuore di questa crisi, rappresenta una minaccia mortale per la concordia democratica e repubblicana”.
Ciononostante, che la dimenticanza sia volontaria o meno sono per lui due ipotesi “ugualmente catastrofiche”. Nel secondo caso, se cioè le vittime ebree sono state tralasciate apposta, sarebbe stato secondo Val accantonato un antisemitismo che “cementa una parte non trascurabile dell’Islam, e questo dimostra che avete già perso la battaglia che volete portare avanti”.
“Bisogna persuaderne con voce chiara e forte tutti quelli che ne dubitano, altrimenti la vostra azione non ha alcun senso: la Francia è anche il paese degli ebrei francesi”, scrive dunque Val rivolgendosi ai 41. “Siamo indissolubilmente legati alla componente ebraica della Francia dalla nostra storia comune, dalla nostra cultura, e dall’istituzione di leggi che garantiscono le libertà e la concordia”. Per questo, proprio nel drammatico periodo attuale, la loro mancata menzione costituisce secondo lui un errore di proporzioni ancora maggiori. “Ma noi – aggiunge il giornalista – non ci faremo influenzare. Nello stesso modo in cui i francesi saranno sempre i primi ad alzarsi in difesa dei francesi musulmani, che arricchiscono il loro paese amandone e rispettandone lo Stato di diritto, essi si alzeranno indifesa dei loro concittadini ebrei e della memoria incancellabile delle vittime assassinate in quanto ebree”.
Val termina quindi con un appello: “Non è mai troppo tardi per far bene. Ripubblicate il vostro testo – la sua esortazione – con una lista completa degli attentati in ordine cronologico. E proprio perché sapete che è una parola problematica per una parte della comunità musulmana, scrivete a chiare lettere la parola ‘ebreo’. Solo lo sforzo di osservare e chiamare con il suo nome la realtà ci permette di pensare a delle soluzioni. Se riflettiamo partendo da una bugia per omissione siamo condannati a una guerra per sottomissione”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(10 agosto 2016)