Rio 2016 – Phelps, il segreto del cannibale
in un antico proverbio yiddish
Sì, Michael Phelps a Rio ha già vinto tre ori olimpici, che si aggiungono alle innumerevoli medaglie già vinte in qualunque piscina abbia mai nuotato. Ma non è questo il motivo principale per cui in questi giorni di Giochi olimpici si parla di lui. Ad attirare maggiore attenzione sono stati quei cerchi rossi sulla sua pelle, che come ha efficacemente sintetizzato il suo allenatore Keenan Robinson, “lo fanno sembrare un dalmata, o uno con dei tatuaggi davvero mal riusciti”. Invece hanno subito svelato che si tratta semplicemente dei segni della cupping therapy, un’antica tecnica di medicina alternativa cinese per sciogliere i dolori muscolari attraverso delle coppette che risucchiano la pelle come ventose, sicuramente dal grande fascino, meno sicuramente dall’efficacia scientificamente comprovata. E in realtà nemmeno tanto sicuramente cinese. Lo ha scritto sulla Jewish Telegraphic Agency Andrew Silow-Carroll, che ha ricordato un antico proverbio yiddish in cui si nominano delle “bankes”, traducibili proprio come le famose “coppette”. Si tratta proprio di una cura popolare consistente nell’applicazione di alcuni bicchierini di vetro riscaldati sulla pelle, formando un vuoto che i guaritori degli shtetl credevano aspirasse via spiriti maligni, umori cattivi e qualunque altra cosa era ritenuta causa di malattie.
E questo è lo stesso principio anche del cupping, che in italiano si traduce come coppettazione, ma tutti usano il termine inglese. La tecnica prevede la formazione di una zona di bassa pressione, attraverso il calore o una pompetta d’aria, all’interno di coppette di vetro che vengono applicate sulla pelle per alleviare varie forme di dolore. L’applicazione delle coppette dovrebbe richiamare sangue alla pelle e migliorare la circolazione. Il proverbio yiddish in cui viene citata la terapia in realtà non fornisce tutte queste spiegazioni, ma contiene invece molto dello spirito sarcastico che contraddistingue questi detti ebraici. In lingua originale suona come “Es vet helfn vi a toytn bankes”, che in italiano si tradurrebbe come “aiuterà come apllicare coppette a un cadavere”. Un modo colorito per dire che qualunque cosa uno stia facendo credendo di essere d’aiuto serve tanto quanto dare una medicina a un morto, cioè in parole povere a niente.
Il cupping invece a quanto pare qualche effetto lo sortisce, visto che tutti ne vanno pazzi. A portarlo alla ribalta già in tempi non sospetti era stata – chi se non lei – l’attrice Gwyneth Paltrow, conosciuta per essere una delle più grandi sostenitrici di medicina, alimentazione, stile di vita e qualunque cosa al mondo purché sia “alternativo”. Una parola magica che cattura il mondo delle star, e dopo che Paltrow ha persino camminato sul red carpet sfoggiando i segni da dalmata alla Phelps sulla sua candida schiena, è venuto fuori che altre celebrity del calibro di Victoria Beckham, Jennifer Aniston e Justin Bieber si sottopongono regolarmente alla coppettazione. Ora la pratica sta spopolando anche tra gli sportivi: oltre che su quella di Phelps i cerchi rossi sono infatti comparsi sulla pelle della sua collega Natalie Coughlin, del ginnasta Alex Naddour e di numerosi altri atleti, soprattutto statunitensi.
Phelps, il quale ha anche pubblicato delle foto su instagram mentre si sottopone al trattamento, ha dichiarato in un’intervista in merito rilasciata al New York Times di fare una seduta di cupping prima di ogni gara, e che questo lo aiuta moltissimo. “Ho chiesto di poterlo fare anche qua a Rio perché avevo male ai muscoli – ha aggiunto – e il mio allenatore mi ha applicato le coppette abbastanza forte lasciandomi qualche livido“. “Tenete presente che sono lividi superficiali, non sono veri lividi”, ci ha tenuto però a specificare il suo collega americano Cody Miller, che ha da poco vinto la medaglia di bronzo nei 100 metri rana a Rio ed è anche lui esperto. “È diverso da quando prendi una botta molto forte e ti viene un livido – le sue parole – questo caso il tessuto muscolare non è lacerato: viene solo fatto confluire del sangue in una zona specifica, che se ne rimane lì mentre viene creata della tensione, che poi viene rilasciata”. In ogni caso anche Miller ha definito l’effetto “fantastico”, spiegando di aver comprato un kit per la coppettazione a 20 dollari su Amazon. “È il segreto che mi ha mantenuto in salute per tutto quest’anno”, il commento entusiasta di Naddour, altro fortunato possessore di un kit comprato online. “Funziona meglio di qualsiasi altra cosa per cui abbia speso dei soldi”.
Qualche test che parla di proteine e altri fattori stimolati effettivamente esiste, ma su questa azione miracolosa permane qualche dubbio. Però il ricercatore israeliano Leonid Kalichman ha sottolineato che non bisogna sottovalutare l’effetto placebo. “È presente in ogni trattamento, e sono convinto sia determinante anche nel caso del cupping“, ha spiegato. “Il paziente lo sente chiaramente mentre è in corso e vede anche i segni dopo, e questo può contribuire a dare un effetto placebo“. In pratica, perché non aiuti quanto dare coppette a un cadavere, basta crederci.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(11 agosto 2016)