…civiltà

Aleppo è ridotta a un cumulo di macerie, senza cibo, senza acqua, sotto i bombardamenti senza sosta di due contrapposti assedi. Aleppo, come scrive Andrea Riccardi, è la Sarajevo del XXI secolo e chi di noi ricorda l’assedio terribile di Sarajevo ne riconosce le tracce nella tragedia di Aleppo. Città multiculturale, di secolare convivenza di culture e di religioni, ora distrutta. Come Sarajevo. E’ forse troppo tardi per salvare Aleppo, tra macerie, morti sotto i bombardamenti e ora anche attacchi chimici. Ma bisogna continuare a chiedere corridoi umanitari, tregue, a chiedere che Aleppo, la città proclamata nel 1986 dall’Unesco patrimonio dell’umanità, sia proclamata città aperta. Altrimenti, sarà il simbolo più tragico della nostra crisi inarrestabile, la crisi della nostra civiltà tutta.

Anna Foa, storica

(15 agosto 2016)