L’Isis torna a colpire in Turchia Idea Nato per battere il Califfo
Mentre continua il bombardamento per mano russa di Aleppo, in Siria, e il bilancio delle vittime civili continua salire (Corriere della Sera), gli Stati Uniti pensano a un intervento Nato più intenso per sconfiggere l’Isis, sempre più in difficoltà in Medio Oriente. “Dalle quattro battaglie per il controllo di Sirte, Aleppo, Raqqa e Mosul dipende la sorte dello Stato Islamico (Isis) di Abu Bakr al-Baghdadi – scrive il direttore de La Stampa Maurizio Molinari – e anche il futuro equilibrio di potenza nel mondo arabo fra Occidente e Russia”. La mano pesante di Vladimir Putin in Siria, forte di accordi con il regime di Assad, con l’Iran e la Turchia, sta portando risultati, con l’obiettivo russo di spazzare via con le bombe l’Isis e altre fazioni islamiste. Davanti ai successi – molto costosi in termini di vite umane – di Mosca, gli Stati Uniti (attraverso Dianne Feinstein, vicepresidente della commissione Intelligence al Senato di Washington) propongono un maggior coinvolgimento della Nato nel conflitto (al momento 7 dei 27 Paesi Nato partecipano ad operazioni combattenti anti-Isis) con operazioni mirate sul terreno per dare una svolta al conflitto e riequilibrare le influenze. “A rendere impellente tale svolta militare – scrive Molinari – è l’entità dei pericoli che incombono sui Paesi Nato: John Brennan, capo della Cia, prevede l’aumento degli attentati jihadisti contro obiettivi civili” a causa del rientro in patria dei foreign fighters, con obiettivi sia negli Usa sia in Europa. Intanto ad essere nuovamente colpita, la Turchia dove ieri a Gaziantep, città vicina alla Siria, un attacco terroristico ha ucciso almeno 30 persone e ferite oltre un centinaio. L’attentato, compiuto a un ricevimento di matrimonio (repubblica.it), è da ricondurre all’Isis, ha affermato il presidente turco Erdogan.
Il terrorismo e il mercato dei passaporti Ue. Un’inchiesta de La Stampa rivela che dodici Paesi Ue mettono in vendita passaporti per evadere i controlli: in Bulgaria, per esempio, un extracomunitario può ottenere residenza immediata e cittadinanza in 5 anni se compra 300mila euro in titoli di Stato e altri 50mila a fondo perduto. E l’Europol avverte del rischio che questo sistema porti a infiltrazioni islamiste e, in particolare, sta indagando su falsi passaporti trovati nei campi profughi destinati a presunti membri dell’Isis. Repubblica racconta invece del carcere calabrese dove sono detenuti i jihadisti “italiani”: “Tunisini, libici, iracheni, curdi, pachistani, tre di loro secondo gli inquirenti sono direttamente da collegare all’Is. Quattro ad Al Qaeda, 2 ad Al Nusra”.
Antisemitismo, la preoccupazione britannica. Gli atti di ostilità contro gli ebrei del Regno Unito sono cresciuti dell’11% nel primo semestre del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015. II Community Security Trust, ente di autodifesa dalla comunità ebraica, ha censito 557 incidenti. Otre ai graffiti antisemiti, ai messaggi di odio nei media e al danneggiamento di proprietà, si sono contate 195 aggressioni verbali in pubblico. Esce di casa a suo rischio e pericolo l’ebreo britannico. A riportarlo, il Corriere Lettura mentre sul domenicale del Sole 24 Ore Giulio Busi racconta del grande segno e contributo lasciato dagli ebrei sulla storia della Gran Bretagna.
L’amico perso a Monaco ’72. Da Rio Nino Caudullo, direttore tecnico della nazionale italiana di lotta, parla della sua amicizia con Moshe Weinberg, uno degli atleti vittime dell’attentato terroristico palestinese al villaggio olimpico di Monaco nel 1972. Caudullo, presente a quelle Olimpiadi, ricorda gli strazianti attimi in cui il corpo di Weinberg fu lanciato dal balcone dai terroristi. “Fui talmente scioccato da riflettere sul senso della vita. Presi la mia agenda, telefonai a Eva e le chiesi di sposarmi. Da allora non ci siamo più separati”, racconta a Repubblica, spiegando di aver incontrato Weinberg durante un triangolare di lotta a Roma tra Italia Israele e Turchia, organizzato in preparazione delle tragiche Olimpiadi di Monaco.
La filosofia contro l’Isis.“Quando mi trovai a vivere da vicino l’11 settembre, mi dedicai ad analizzare questa nuova ondata di terrorismo dopo la Seconda guerra mondiale”, spiega la nota filosofa di origini ungheresi Agnes Heller, sopravvissuta alla Shoah. Su Repubblica, Heller riflette su diversi temi tra cui l’esplosione del terrorismo palestinese e quello attuale dell’Isis: “La prima ondata aveva caratterizzato gli anni Settanta con diversi dirottamenti aerei e altri atti terroristici, per esempio, da parte dei palestinesi di Settembre nero. La terza ondata, quella odierna, riguarda l’Isis e si differenzia da quelle precedenti (per esempio da Al Qaeda) per due motivi. In primo luogo, i terroristi conducono una guerra su un vasto territorio, che pretendono di identificare come ‘Stato’ e che loro stessi chiamano ‘islamico’. In secondo luogo, identificano la loro ideologia totalitaria come una sorta di fondamentalismo islamico. E da questa terra che essi stabiliscono i loro nemici: tutte le altre religioni, inclusa una parte dell’islam”.
Le origini di Magda Goebbels. “Era la madre di sei bambini reclamizzati nella Germania nazista come modelli esemplari di fanciullezza ariana ed è passata alla storia come una delle donne personalmente e politicamente più vicine ad Adolf Hitler: Magda Goebbels, moglie del famigerato ministro della Propaganda del Terzo Reich, Joseph Goebbels, era però, la figlia illegittima di un commerciante ebreo. Lo sostiene la Bild, – riporta Daniel Mosseri su Libero – citando un documento dell’archivio di Stato di Berlino che depone a favore di questa tesi, senza peraltro provarla con certezza”.
Neve Shalom, kibbutz di pace. Avvenire racconta i kibbutz impegnato nella costruzione di una convivenza civile tra arabi ed ebrei in Israele.
Turchia, l’assassinio di Hande. “La sua foto – scrive Repubblica – aveva fatto il giro del mondo, quando piangente veniva portata via per essersi opposta ai poliziotti durante il Gay Pride del giugno 2015, duramente represso dal governo”. Ad essere ritratta nella foto, Hande, simbolo del movimento Lgbt in Turchia, trovata mutilata, torturata e bruciata in un auto la scorsa notte a Istanbul. Il suo brutale assassinio, scrivono i giornali, è il simbolo del clima sempre più repressivo e violento che si respira inTurchia.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(21 agosto 2016)